Berenice e Marsa, i segreti di Ezhaya

05/03/2019
09:28
Cosa c'è ancora da scoprire secondo il manager di Alpitour World
Vedi Mar Rosso; Vedi tutti i dossier di Corto e medio raggio; Vedi tutti i dossier
 

I viaggi non si contano più, ma il fascino per la meta rimane intatto.
Pier Ezhaya, tour operator chief operating officer di Alpitour World, in questo appuntamento per TTG Travel Guide racconta il suo Mar Rosso da esperto di mercato e invita tutti a non dimenticare Luxor.
Ma andiamo con ordine per capire la destinazione seguendo pensieri e indicazioni del manager di Alpitour.
Partendo da un suggerimento.

“Marsa Alam potrebbe essere la carta da giocare nelle prossime stagioni. Un luogo poco sfruttato rispetto a Sharm, che può offrire un tipo di vacanza più selvaggio”.

Gli errori da evitare nella vendita della meta?
Il solito direi. Non bisogna buttare giù il prezzo. Sto seguendo con allarme gli ultimi 6 mesi del mercato e assisto a un calo marcato dei prezzi. È un suicidio totale che negli anni ha già portato alla chiusura alcune aziende. Non ci sono barriere d’ingresso e siamo di nuovo a 399 euro a settimana. Non è possibile.

Forse anche la capacità appare sbilanciata?
Corriamo questo rischio e, allora, per non restare vuoti qualcuno s’inventa prezzi impossibili.

Egitto e Mar Rosso però funzionano da stabilizzatore del Mediterraneo…
Vero, questo è vero. Diciamo che Grecia e Spagna quando l’Egitto tira abbassano le richieste…

E l’Egitto classico?
Manca quest’area nella ripresa forte delle vendite. È la parte più bella, poi Luxor non si può  perdere… Non si può ridurre tutto solo alla vacanza balneare.

Cosa rimane da scoprire?
Mi piacerebbe assistere allo sviluppo turistico di un’area importante come Berenice. Oggi dispone solo di uno scalo militare e servono investimenti anche nel campo alberghiero.

Il Gruppo Alpitour tornerà a investire pesantemente sul Mar Rosso?
Un tempo valeva circa il 20 per cento della nostra cifra d’affari, ma non abbiamo intenzione di tornare su questi livelli. Oggi siamo intorno all’8-9 per cento e credo sia il giusto equilibrio. Nelle lunghe stagioni di crisi siamo andati avanti senza Mar Rosso e ora non crediamo sia il caso di “drogare” il mercato.
Remo Vangelista

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