Nobili e scarabei

05/03/2019
09:39
Nuove scoperte portano alla ribalta le meraviglie dell'antico regno dei Faraoni
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L’Egitto classico ha nuovi assi nella manica da giocarsi per attrarre gli amanti dell’antica civiltà dei Faraoni: le ultime, sensazionali scoperte.
La più recente è dell’inizio di febbraio quando a Minya, a Sud de Il Cairo, nel complesso archeologico Tuna El-Gebel sono state trovate 50 mummie, tra cui quelle di 12 bambini.
Nel tempio funerario della regina Hatshepsut, sulla riva occidentale di Luxor, a fine 2018 un team di archeologi egiziani e francesi ha invece aperto una tomba intatta con circa 1.000 statuette funerarie in legno, ceramica e argilla e pareti affrescate con dipinti ancora molto ben conservati.

Dalle iscrizioni si desume che la tomba appartenesse a Thaw-Irkhet-If, l’uomo che sovrintendeva alla mummificazione nel tempio di Mout, nel sito di Karnak, sempre a Luxor. Due i sarcofaghi presenti, uno dei quali contiene ancora i resti di una donna di nome Thuya.

Nello stesso periodo è inoltre stata rinvenuta un’altra tomba antichissima nella necropoli di Saqqara. Il sepolcro, in questo caso, apparteneva a un sacerdote reale chiamato ‘Wahty’ e vissuto sotto Neferirkare Kakai, terzo sovrano della dinastia, e secondo le fonti del Ministero delle Antichità è eccezionalmente ben conservato nonostante risalga addirittura a 4400 anni fa, con statue e pitture intatte.
Ma la scoperta più sensazionale è quella che risale a novembre scorso, sempre a Saqqara: una necropoli di animali con diverse mummie di scarabei, “le prime di questo genere a essere dissotterrate insieme nella necropoli” come riporta il Ministero delle Antichità egiziano. Due degli scarabei, animali simbolo di eterna rinascita, si trovavano in un sarcofago in pietra con un coperchio bianco, decorato con raffigurazioni di scarabeo in nero. Numerose anche le mummie di gatti, animali che nell’antico Egitto erano venerati come divinità, che furono sepolti insieme ai loro simulacri lignei e a una statua di bronzo dedicata alla dea gatto Bastet.

I resti, che risalgono addirittura a oltre 6mila anni fa, sono riemersi intatti in sepolcri inviolati grazie agli scavi nei pressi del Bubasteion, il complesso templare consacrato proprio alla dea gatto. Altro particolare eccezionale: le necropoli di animali custodivano anche due sarcofaghi di cobra e uno di coccodrillo.

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