Sondaggio TTG: prodotto facile che in adv corre a doppia velocità

30/05/2018
10:11
Le previsioni di crescita sono alte: l'indagine mostra forecast positivi per il 66,6 per cento degli itnervistati
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“Il trend di crescita del mare Italia sarà sicuramente ottimo, ma inversamente proporzionale alla vendita tramite agenzia di viaggi. È un prodotto facilmente prenotabile in modo autonomo dal cliente finale”. Alfredo Sasso, titolare di I viaggi di Mukuku a Milano, riassume perfettamente la tendenza, ma anche l’umore delle agenzie di viaggi sul prodotto leader dell’estate tricolore.

Perché se è vero che mai come quest’anno anche gli investimenti del tour operating si sono concentrati sulle spiagge della Penisola, è anche vero che poco di questo successo passa attraverso le mani della distribuzione.
Per indagare sia sui dati di andamento sia sul prodotto e sugli stili di consumo degli italiani, TTG Italia ha lanciato una grande inchiesta, ‘Il protagonista della stagione’, con la quale ha coinvolto i suoi lettori per verificare lo stato dell’arte dell’offerta e delle vendite.
E l’indagine ben si riassume nella dichiarazione del titolare de I viaggi di Mukuku: il mare Italia va bene, ma non dà molte soddisfazioni in agenzia.

La tendenza
L’andamento è decisamente positivo. Il prodotto mostra infatti valori di crescita elevati: per il 54,3 per cento dei partecipanti prevede un aumento dal 5 al 10 per cento rispetto all’anno precedente, mentre per il 10,5 per cento il valore di incremento sarà ancora maggiore, fra il 10 e il 20 per cento.
Marginale chi ritiene che si supererà il 20 per cento di crescita (1,7 per cento), mentre una fetta consideravole di agenzie (il 33,3 per cento) si dimostra poco ottimista sulla resa dietro il bancone, e stima un calo sul prodotto veicolato attraverso la distribuzione.

“In agenzia ci sono sempre alti e bassi” spiega Vanna Pedrazzi di Sugar Viaggi a Bologna. E molti sottolineano questo tema: se al momento il prodotto è stabile, gran parte delle cause possono essere legate da un lato al clima atmosferico, che in alcune zone del Paese non spinge alle prenotazioni, dall’altro alla situazione di instabilità politica, che anch’essa rallenta il mercato.

Le scelte
La soluzione di soggiorno preferita, secondo quanto dicono i lettori di TTG Italia, resta il villaggio, con il 57,1 per cento delle risposte, seguito a una discreta distanza dall’hotel, che incassa il 28,5 per cento di preferenze. Alle spalle dei due grandi classici dell’ospitalità si posizionano le case vacanza, con il 12,5 per cento di preferenze e infine, con una percentuale marginale, il campeggio, all’1,7 per cento, sistemazione che evidentemente ha altri canali rispetto a quello delle agenzie, malgrado il fenomeno del glamping stia interessando una sempre più ampia fascia di turisti.

Ancora più interessante è il tipo di prodotto che viene scelto dai clienti: seppure con uno scarto non enorme, le richieste dei clienti si orientano sul solo soggiorno, che viene preferito al pacchetto completo realizzato dai t.o.. I valori non sono così differenti, ma sono comunque significativi: il solo soggiorno viene scelto dal 53,5 per cento dei rispondenti, mentre il pacchetto completo dei t.o. dal 44,6 per cento. Una percentuale irrisoria, l’1,7 per cento, si rivolge alle agenzie per il solo volo. Il prodotto Italia, quindi, vive sul mercato interno principalmente come sistemazione alberghiera o villaggista: laddove il cliente riesce a raggiungere la destinazione con mezzi propri, la preferenza è quasi assicurata.

I perché delle adv
Se tutto va bene, dov’è il problema per le agenzie? Il problema è fondamentalmente legato alla ricchezza che il prodotto porta anche nelle casse della distribuzione. “C’è un solito vecchio male - dice Maurizio Bindi, direttore tecnico di Zerottanta Travel a Molfetta -, cioè la vendita diretta al cliente da parte delle strutture, a prezzi più bassi da quelli che trovano da noi”. La disintermediazione, non sempre del tutto corretta, è quindi uno dei motivi per i quali le agenzie non amano particolarmente il mare Italia. Ma non il solo. Altro tema è la flessibilità: “La grande pecca del mare Italia - dice Marianna Palumbo, direttore di Marygiò Travel a Villaricca (Napoli) - è la poca flessibilità: gli introiti potrebbero aumentare notevolmente se non ci fossero i soggiorni con le date obbligate”.
Insomma, fra vincoli di tempo e contatti diretti con le strutture, le agenzie rischiano di restare ferme al palo.

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