Tre assi per competere

17/06/2013
18:05
Accanto al balneare, vero prodotto chiave per i flussi dall'Italia, la meta schiera anche prodotti di nicchia per ampliare i target di clientela
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Un’ottima relazione qualità-prezzo, la diversità delle destinazioni e la varietà dell’offerta. Sono questi i tre pilastri su cui poggia la proposta che la Spagna lancia all’Italia per riconquistare le quote di mercato andate perse nei primi 4 mesi di quest’anno.

I dati parlano chiaro. Il primo quadrimestre ha visto il 14 per cento in meno di italiani nel Paese rispetto allo stesso periodo del 2012. Un’emorragia che, però, si è già arrestata: il mese di aprile, infatti, ha fatto registrare un ritorno al positivo, con 2,1 punti percentuali di incremento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

La Spagna, peraltro, ha chiuso il quadrimestre con dati positivi, malgrado i flussi tricolori: il Paese ha visto un +2,5 per cento di arrivi dai mercati internazionali, grazie soprattutto alla performance di alcuni bacini, come Francia o l’area del Nord Europa. Obiettivo del Paese è recuperare le quote sull’Italia. Per questo, ha definito una strategia che poggia le sue basi soprattutto sulla diversificazione dell’offerta. Il piano è quello di presentare una gamma di prodotti la più vasta possibile, per poter rispondere al maggior numero di target di clientela e quindi poter attrarre anche un bacino vasto di potenziali compratori.

Accanto ai prodotti consolidati, come il balneare, che in Spagna è davvero il re dell’offerta turistica, una macchina da guerra in grado di macinare numeri impressionanti, l’ente del Turismo sviluppa nuove nicchia, come il turismo urbano, quello sportivo, quello delle vacanze plein-air o come il turismo dello shopping. E ancora ecoturismo e wellness, soprattutto, un segmento quest’ultimo sul quale il Paese ha deciso di investire con particolare convinzione. Secondo Il segretario di Stato per il turismo, Isabel Borrego, infatti, nel 2012 questo segmento ha portato in Spagna 22mila persone per una spesa di 12,1 milioni di euro.

Dalle rilevazioni di Turespana, risulta che siano 9 milioni gli europei che prenotano vacanze wellness: un dato che sta spingendo il Paese a dare una maggiore centralità a questa nicchia di mercato, individuata come interessante e particolarmente ricca. Senza contare che l’investimento sulle fasce più singolari di mercato permette anche la deconcentrazione territoriale, con un reindirizzamento dei flussi e una migliore distribuzione della ricchezza.

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