Il sogno americano diventa una realtà

05/07/2022
15:17
Stati Uniti e Canada sono di nuovo protagonisti dell'outgoing e, malgrado le criticità organizzative, i t.o. registrano un exploit di richieste
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Un’area del mondo che è sempre una garanzia. Sempre e malgrado tutto. I tour operator che stanno tornando a riaffacciarsi sul lungo raggio stanno trovando in Stati Uniti e Canada una destinazione in grado di traghettare i numeri oltre la crisi.
“Certo - sottolinea Frédéric Naar, presidente dell’omonimo tour operator - una parte del booking deriva dal blocco di altre destinazioni top per il mercato italiano, ma è un dato di fatto che la domanda verso gli Stati Uniti sia esplosa”. Complice anche la ripresa dei viaggi di nozze, aprile e maggio hanno portato nelle casse del t.o. un volume di prenotazioni superiore del 30 per cento rispetto al 2019. Semmai, il problema sono ora le prenotazioni ritardate, che si accavallano creando una mole di lavoro impegnativa da gestire.

Le difficoltà operative
A questo si sommano difficoltà operative, che vanno dalle continue variazioni degli operativi aerei alla scarsità di auto a noleggio. In più “ogni prenotazione è preceduta da una preventivazione ‘selvaggia’ - spiega il direttore commerciale di Utat Viaggi Tour Operator, Arianna Pradella -. Ogni cliente chiede quotazioni a più agenzie, e ogni agenzia chiede la medesima quotazione a 4-5 t.o. Questo genera una mole di lavoro incredibile, con un tasso di conversione che è per forza anomalo”. Ci sono poi le difficoltà inerenti al caro prezzi, “con adeguamenti legati al carburante per le tariffe aeree, ma in genere per tutti i trasporti anche su gomma, con conseguenti aumenti di prezzo anche per i tour on the road”. Un altro tema è quello delle partenze garantite “che non sono più garantite - dice Pradella -; una volta venivano vendute con estrema facilità e immediatezza, ma ora necessitano ogni volta di riconferma da parte del fornitore”.

Tariffe dei voli alle stelle
Anche il titolare di Karisma TravelNet, Luca Manchi, torna sul discorso dei fornitori e dei prezzi: “Le prenotazioni sono partite regolarmente; stimiamo un 25 per cento in meno del 2019, ma questo anche a seguito della riduzione dei tour offerti dai nostri dmc che hanno, giustamente, giocato in difesa. Solo luglio e agosto hanno circa l’80 per cento dei tour regolari in confronto al passato”. E per quanto riguarda le tariffe aeree “sono al di fuori di un ragionevole aumento e purtroppo manca una regolamentazione che tuteli t.o. e adv”.

Numeri “sorprendenti”
Caro carburante, inflazione e cambio sfavorevole non sembrano al momento frenare la voglia di viaggiare verso Usa e Canada anche per l’amministratore unico di Alidays, Davide Catania: “Malgrado l’aumento dei prezzi, i numeri sono buoni e per certi versi sorprendenti - spiega il manager -. Stiamo assistendo a una sorta di ‘anelasticità’ rispetto ai problemi internazionali”. Le maggiori difficoltà sono quindi di ordine organizzativo: “A parità di conferme si lavora di più e i costi operativi sono maggiori”. Un altro tema riguarda la qualità: “Mai come ora è necessario preservarla… Non bisogna rincorrere il fatturato a ogni costo”.
E per l’estate cresce anche la voglia di combinati, “in particolare con le estensioni mare alle Hawaii e a tutte le isole dei Caraibi dove, a differenza degli Usa, siamo stati frenati dalle restrizioni che su alcune isole sono ancora necessarie” aggiunge Damien Tamburo, p.m. e titolare di America World.
Isabella Cattoni

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