Un business da 385 milioni

24/10/2017
14:36
Il nuovo studio di Jfc mette in evidenza il successo del segmento
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A fare da apripista gli attori Katie Holmes e Tom Cruise nel castello Odescalchi di Bracciano, poi Kim Kardashian con Kanye West al Forte Belvedere di Firenze, infine Amal Alamuddin e George Clooney all’hotel Aman sul Canal Grande. È in continua crescita il fenomeno delle coppie straniere, non necessariamente appartenenti al jet set, che decidono di convolare a nozze nel nostro Paese.

I numeri
Secondo una ricerca condotta da Massimo Ferruzzi, fondatore di Jfc, i matrimoni celebrati quest’anno finora sono stati 7.147 per un fatturato complessivo di 385 milioni 830mila euro, spesa in aumento del 2,3 per cento rispetto al 2016.
Con una media di soggiorno di 3,5 giorni per gli ospiti e 8,4 giorni per gli sposi, gli arrivi totali hanno raggiunto quota 336.232 mentre le presenze arrivano a 1 milione 210mila 437. Ma ci sono diversi modi per dirsi ‘sì’ e lo studio di Jfc ha analizzato anche le tre tipologie di matrimonio e il loro impatto economico.  

Una cerimonia standard viene scelta dal 76,2 per cento degli sposi per un fatturato di 137 milioni e 31mila euro, la luxury dal 19,4 per cento per 178 milioni e 208mila euro, infine super luxury dal 4,4 per cento con 70 milioni e 590mila euro.

Il matrimonio in Italia esercita maggior appeal sulle coppie provenienti dagli Stati Uniti che rappresentano il 24,1 per cento degli arrivi, seguiti da Inghilterra al 21,9 e a netta distanza dalla Germania al 5,9. Ad attrarre le coppie straniere che vogliono dirsi di sì è l’atmosfera che si respira nel nostro Paese e il paesaggio che caratterizza tre regioni in particolare: Toscana (24,4 per cento preferenze), Campania, con Costiera Amalfitana /Capri (16,9) e Veneto (10,5), dove Venezia fa la parte del leone. Per quanto riguarda la location, Jfc registra una predilezione per ville e dimore d’epoca (20,4 per cento), casali e agriturismi (18,6), hotel e relais (13,3). Ma perché la scelta ricade proprio sull’Italia?

Ad influire sulla scelta degli sposi è l’eccellenza enogastronomica nel 15,8 per cento dei casi, la bellezza della location (11,3) e l’allure della cosiddetta dolce vita (10). Il rito religioso viene scelto soltanto dal 23,2 per cento, prevalgono invece il rito civile al 31,4 e rito simbolico al 45,4. Per chi volesse puntare sul wedding tourism per sviluppare il proprio business, i dati di previsione per il prossimo anno sono incoraggianti. È previsto, infatti, un incremento del 6,8 per cento dei matrimoni stranieri in Italia che si aggireranno intorno ai 7.633. I Paesi di provenienza con i maggiori indicatori di crescita sono Russia e Brasile, seguiti da Olanda e Cina. Le località con il maggior incremento di richieste saranno Puglia, Sicilia e Campania con una particolare attenzione riservata ai piccoli borghi.

Sveva Faldella

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