“Subito fondi e Cig,
o il turismo muore”

10/12/2021
08:35
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Ancora una volta, uniti per dire basta, ricordando che “non c’è più tempo”, le associazioni di categoria fanno quadrato e nella manifestazione di ieri a Roma Astoi, Fto, Fiavet, Maavi, Aidit e Assoviaggi rinnovano l’appello alle istituzioni perché così non si può andare avanti. Chiare e improrogabili le richieste emerse dall’incontro: prolungamento della Cig, almeno 500 milioni di euro di contributi a fondo perduto e la proroga del tax credit.

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Norma anacronistica
"Chiediamo al ministro Speranza di rimuovere l'anacronistica norma che esclude il turismo come motivo valido per viaggiare – tuona il presidente di Astoi, Pier Ezhaya -. La riteniamo uno sfregio che ci ha riportato indietro di sessant'anni, a quando il turismo veniva considerato un vezzo. In alternativa - aggiunge - chiediamo un allargamento dei corridoi. Noi non possiamo operare. A differenza di altri Paesi europei, l'Italia ha introdotto una norma che esclude il turismo come motivo per viaggiare, è un provvedimento tuttora in vigore nonostante il quadro pandemico non sia grave come a marzo del 2020 e nonostante gli italiani vaccinati siano più dell'80%".

Numeri impietosi
A causa della chiusura di quasi tutte le mete extra Ue, i viaggi degli italiani verso l’estero registrano nel 2021 una flessione del 92%, mentre il business travel ha perso tre quarti del suo giro d’affari e il settore eventi lascia per strada l’80% del proprio business. Anche l’incoming è crollato, la presenza di stranieri ha subito un calo del 54%, mentre il turismo scolastico si avvia ad essere completamente azzerato per il terzo anno consecutivo.
“Noi chiediamo la stessa attenzione che c’è stata per le altre aziende – interviene il presidente di Fto, Franco Gattinoni -, di tutti i comparti. Sono 20 mesi che non possiamo lavorare per decreto, allora il Governo ci fornisca un ponte per sostenere le nostre imprese finché non si possa tornare a lavorare”.

Manca liquidità
“Dopo 22 mesi di inattività, non c’è da fare mistero, le nostre imprese non hanno più liquidità e le banche cominciano a far sentire il loro fiato sul collo”. Per questo, secondo il presidente di Maavi, Enrica Montanucci, è necessario che il Ministero dell’Economia metta in campo subito un prestito ponte a 24 mesi per consentire alle aziende di sopravvivere. “Fatelo presto, prima che il nostro settore licenzi e si trasformi in una bomba sociale”.

Il problema dei voucher
Infine, situazione critica anche sul fronte voucher in scadenza a marzo: "Non si può chiedere ad aziende che hanno prosciugato la cassa di rimborsarli – dice Ezhaya -. La nostra richiesta è che venga emesso un prestito ponte di 24 mesi che consenta alle imprese di rimborsare, ma allo stesso tempo di rimanere in vita".

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