Regole, obblighi, moduli: lo slalom
degli agenti di viaggi nell'era Covid

di Amina D'Addario
26/01/2022
08:34
 

Plf e Imuga da compilare, regole che cambiano di continuo e dal primo febbraio anche l’obbligo del controllo del Green Pass in agenzia. È vero che la burocrazia è diventata un peso insostenibile per i dettaglianti? E che tra oneri e nuovi adempimenti, del vecchio lavoro di consulente di viaggi sia rimasto ben poco? A lanciare l’allarme è stato ieri sul sito di TTG Italia Daniele Moretti, titolare della Astroviaggi di Roma. Ma da Nord a Sud è tutta la distribuzione a vivere sulla propria pelle le stesse problematiche.

Moduli da compilare
“Il lavoro è diventato davvero pesante - sostiene Antonella Parente, alla guida della TravelAP di Milano -. Ormai dedichiamo giornate intere solo alla compilazione dei moduli, con difficoltà maggiori quando dobbiamo farlo per i gruppi. Le regole e gli obblighi sono poi così tanti - prosegue - che per evitare problemi abbiamo una risorsa dell’ufficio in aeroporto che supporta i clienti sia in partenza che all’arrivo”. Denuncia un "eccesso di burocrazia” anche Cesare Foà, titolare della Fancy Tour di Napoli. “Ora che non abbiamo le file è un aggravio che in fin dei conti riusciamo ad affrontare, ma ci immaginiamo cosa succederebbe con l’apertura di altri corridoi? Come minimo dovremmo avere una figura dedicata per gestire solo quest’aspetto”.

Responsabilità eccessive
Che le scartoffie stiano soffocando le agenzie lo sostiene del resto anche Ugo Papa, titolare della Turro Viaggi di Milano: “Confermo e sottoscrivo precisamente quanto denunciato dal collega. La cosa che mi fa più paura è la grande responsabilità che come intermediario ho sulle spalle e il rischio che i clienti al test del giorno prima risultino positivi”. Sulla stessa lunghezza d'onda Giacomo Bua, direttore tecnico della Citypass Travel di Castelvetrano, in provincia di Trapani. “Mentre prima prenotavamo senza preoccupazioni, ora è diventato tutto più macchinoso e ci sentiamo sulle spalle un carico di responsabilità maggiore, ma forse - dice - è solo una sensazione perché alla fine, a parte le integrazioni per ampliare i massimali sanitari, il contratto di viaggio non è stato cambiato".

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Condivide appieno il disagio Valentina Gerbaudo, della Godot Viaggi di Saluzzo, in provincia di Cuneo. “Non si stanno rendendo conto - scrive sulla pagina Facebook di TTG Italia - di quanto hanno e stanno mettendo in difficoltà il turismo, quello che era un lavoro fatto con il sorriso ora è un incubo”. Parla di “stress” e “ansia” sempre dietro l’angolo Marina Fedele, titolare della Mondo for you di Milano: “Ogni pratica - commenta su Facebook - un incubo di domande spesso a cui non sai cosa rispondere, settimane di telefonate, controlli, verifiche, dubbi, ripensamenti finché non partono e poi ricominci la stessa solfa per il ritorno”.

Controcorrente
Fa invece un ragionamento diverso Ernesto Mazzi, titolare della Ultraviaggi di Roma. “È vero che la burocrazia, insieme alla gestione dei voucher e del personale, è ormai diventata una costante del nostro quotidiano. Ma cos’è che spinge una persona a rivolgersi a un’agenzia se non l’assistenza e la cura che noi gli garantiamo? Piuttosto dovremmo chiederci perché, a fronte di tutto questo lavoro e di obblighi, alla fine di controlli se ne facciano pochi”.


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