Le Regioni al Governo:
"Soldi a Enit o si chiude"

di Cristina Peroglio
14/02/2014
17:36

In piena tempesta politica nazionale, con un Governo in fase di costruzione, il mondo del turismo mostra i denti e chiede maggiori attenzioni.

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E lo fa per bocca del coordinatore degli assessori regionali al Turismo, Mauro Di Dalmazio, che senza giri di parole ha reclamato la piena titolarità sul comparto e sugli strumenti che sono in campo. Primo fra tutti Enit.

“Siamo i primi a dire che è necessario superare l’Enit, perché così com’è serve a poco – dice Di Dalmazio -. Ma siamo chiari: serve a poco perché non ha i soldi necessari per funzionare”. L’assessore chiede al governo che verrà una presa di posizione chiara: “Decida cosa vuol fare. Se vuole scommettere sul turismo e sull’Enit, allora dia le risorse necessarie. Altrimenti, si chiuda l’agenzia. E noi ce ne costruiremo una nostra”.

Le Regioni, infatti, non ci stanno ad essere additate come la causa dell’immobilità del turismo nel nostro Paese. “Non dipende dal titolo V se molte cose non sono state fatte – continua Di Dalmazio -. È una falsa soluzione pensare che se il turismo torna allo Stato le cose andranno meglio”.

A dargli man forte arriva Andrea Babbi, direttore generale dell’Enit: “Ora sono le Regioni a difenderci – ha detto – perché abbiamo fatto quel che ci chiedevano. Con soli 17 milioni di dotazione, a Titolo V invariato, riusciamo a portare i loro operatori su tutti i mercati che contano, emergenti e non. Anche con tre incontri a settimana in giro per il mondo. Noi lo stipendio ce lo guadagniamo, se la politica si ferma noi non possiamo farlo”, ha concluso Babbi.

Intanto, le Regioni riconfermano la loro road map, che lancia un chiaro segnale al nuovo Governo: il turismo nel ministero dei Beni Culturali non funziona: il suo luogo naturale, dicono, è il Ministero dello Sviluppo Economico.


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