Ho visto cose...

Francesco Zucco, giornalista di TTG Italia

Ma cosa ci fanno in agenzia questi Millennials?

04/02/2016
09:20
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Li ho presi tutti e due. Li ho messi sul divano. Li ho guardati negli occhi con aria severa. E ho detto: “Voi siete la Generazione Z!”.

Credo che la cosa li abbia colpiti. Uno dei due si è messo a piangere. L’altro deve essere rimasto scosso, perché ha avuto bisogno di una endovena via web di Trenino Thomas per riprendersi.

Non li biasimo. Primo perché sono i miei figli. Secondo perché anche a me non farebbe piacere essere chiamato Generazione Z.

Ricordo ancora che ci rimasi male quando scoprii di essere un Millennial. E ci rimasi ancora peggio quando capii di esserlo per una manciata di giorni. Ma grazie al fatto di non essere nato settimino, posso discettare amabilmente di Millennial con cognizione di causa.

Perché adesso, se vuoi andare a cena fuori, devi sapere chi sono i Millennial. In giro non si parla d’altro che di noi. Dei nati dal 1980 in poi. Tutti ci vogliono, tutti ci cercano. Tutti cercano di conquistarci. Tutti cercano di venderci qualcosa.

E visto che in questo qualcosa rientrano anche i viaggi, proviamo a fare una piccola serie di test per capire le differenze tra Baby Boomers, Generazione X, Millennials e Generazione Z. Non per altro, solo perché si tratta di categorie tirate in ballo continuamente (e magari a sproposito) in ogni discorso di marketing che si rispetti.

Primo test: Per te, come si guardano i cartoni animati?

a) Alla TV, dopo il telegiornale, sull’unico canale disponibile. E quello che c’è va bene.
b) Alla TV, al pomeriggio, sull’unico canale che li trasmetteva (potevi scegliere tra due…)
c) Al pomeriggio, facendo zapping furioso sulle tv private alla ricerca dell’ultima giapponesata disponibile.
d) Puoi guardare quello che vuoi. Quando vuoi. Ovunque vuoi. Tanto c’è youtube.

Se hai risposto A, sei un Baby Boomer.

Se hai risposto B, sei parte della Generazione X.

Se hai risposto C, sei a pieno titolo un Millennial.

Se hai risposto D, sei un rappresentante della generazione Z.

Non è chiaro?
Beh, passiamo al secondo test.

Hai un problema: come lo risolvi?
a) chiami un tecnico
b) lo guardi da tutte le angolazioni fino a che non riesci a risolverlo
c) digiti il problema su google e vedi se qualcuno l’ha già risolto al posto tuo
d) crei un gruppo su Whatsapp che si chiama ‘xfavoreeee XD XD XD’, ci butti dentro buona parte dei tuoi contatti e ti pregusti il girone infernale che si scatenerà tra i 180 partecipanti

Se hai risposto A, sei un Baby Boomer (e hai tra i 50 e i 70 anni): per te il mondo è fatto di ‘addetti ai lavori’ che sanno il fatto loro. Sono i ‘professionisti’, nei quali riponi piena fiducia.

Se hai riposto B, fai parte della Generazione X (e sei nato tra il 1965 e il 1980): sei artefice del tuo destino, puoi fare quello che vuoi, il mondo è ai tuoi piedi. E sei capacissimo a comprare da solo online e sei convinto che nessuno ti possa ingannare.

Se hai risposto C, sei un Millennial (nato tra il 1980 e il 2000). Google è il tuo unico vero Credo. Google sa tutto. Google può tutto. Se il primo risultato della tua ricerca fosse ‘cerca su Google’ potresti entrare in un loop infinito e continuare a cliccare come se non ci fosse un domani. Per te la frase ’su internet ho letto che’ chiude qualunque discussione. Meglio ancora ’su Wikipedia ho letto che’.

Se hai risposto D, probabilmente fai parte della Generazione Z, ovvero sei nato dopo il 2000. Internet per te è un dato di fatto, non ricordi di essere vissuto senza. La mail è roba da vecchi, l’ecommerce non ha nessun fascino (anzi, ti costringe a chiedere la carta di credito a papà…). I social sono probabilmente una buona parte della tua vita. Se ti tolgono whatsapp sei morto. Parli per emoticon. Usi X al posto di ‘per’ (tratto che ti distingue a prima vista da un Millennial).

Baby Boomers, Generazione X, Millennials, Generazione Z: chi entrerà in agenzia? E cosa vi chiederà?

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