THDP sul progetto
DoubleTree by Hilton:
“Abbiamo dato vita
a uno spazio sociale”

di Stefania Galvan
10/09/2021
09:19
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Un obiettivo non facile da raggiungere: coniugare i ritmi e lo stile di vita romani con la funzionalità di un albergo, aprendo un dialogo tra la struttura e il quartiere storico in cui sorge, il Rione Monti abitato un tempo dalla Roma operaia e ora palcoscenico delle gallerie d’arte dei giovani imprenditori.

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È questo il quadro in cui si è trovato a operare lo Studio THDP, con base a Londra, ma con radici e designer italiani. Il materiale su cui lavorare è stato il DoubleTree by Hilton Rome Monti, di proprietà di Reale Immobili e gestito da HNH Hospitality.

Un intervento articolato e complesso
“L’hotel - spiega Manuela Mannino, architetto e co/fondatrice di THDP (nella foto insieme a Nicholas J Hickson, partner e fondatore dello studio) in realtà è ospitato all'interno di due edifici collegati, uno dei quali era l'hotel Commodore e l'altro la sede di Reale Immobili, la compagnia assicurativa proprietaria degli immobili".

L'intervento pertanto non è stato una ristrutturazione, ma un vero e proprio cambio d’uso, curato dallo studio Gabriele Masina di Roma. "Sono state conservate solo le strutture e le facciate - precisa l'architetto -, ma tutte le partizioni interne sono state progettate in collaborazione con il nostro studio per rispondere agli standard richiesti dal marchio DoubleTree di Hilton e soddisfare le esigenze di HNH Hospitality, che ha chiesto la creazione di uno spazio sociale contemporaneo per un marchio informale, naturale e fresco”.

Design in chiave minimalista
E la spinta alla socialità incomincia già dalla hall d’ingresso, che lo studio ha reinterpretato trasformandola da semplice luogo di passaggio per gli ospiti in arrivo a spazio versatile, fruibile sia come area di relax che come ambiente di lavoro.

“Lo stile – spiega Mannino – è casual, rilassato e naturale e il rimando è alla stazione Termini, alla quale ci siamo ispirati con l’installazione di sette archi come i sette colli di Roma, il più alto dei quali – l’Esquilino – è proprio dove sorge l’hotel”.

Un design in chiave minimalista, con elementi in legno e bronzo e dettagli di ispirazione classica, come la moquette i cui motivi motivi riprendono la pavimentazione a mosaico delle terme di Caracalla.

Dal design contemporaneo le camere, 133 in tutto e di diversa tipologia, da quelle family alle deluxe, per poi passare alle junior suite (7 di cui due con terrazzo) e alla One Bedroom Suite. “Alcune delle camere – spiega l’architetto – hanno terrazza privata e vista sulla Basilica di Santa Maria Maggiore”.

Gioco tra antico e moderno
Anche nelle stanze il gioco tra antico e moderno è continuo, con elementi di arredo che ricordano, ad esempio, gli elmi dei soldati romani o il marmo degli antichi edifici. “Tutti gli arredi sono stati progettati su misura, in modo da risultare proporzionati alle dimensioni delle stanze. I colori sono neutri, con tocchi di verde scuro e bronzo, mentre per quanto riguarda i materiali il travertino e il legno rendono l'ambiente più caldo e familiare, regalando all'ospite un soggiorno rilassante”.

Ma l’hotel è anche una galleria d’arte, disseminato com’è di mobili e arredi artigianali, sculture, dipinti e fotografie, la maggior parte pezzi unici realizzati apposta per l’hotel.

Inaugurato ad aprile scorso, l’albergo ha da subito ottenuto apprezzamento da parte della clientela, registrando buone percentuali di riempimento nonostante l’emergenza sanitaria:  
“Aver creato un progetto cosi fortemente contestualizzato alla realtà e alla geografia in cui si trova – commenta Mannino - ha dato origine a molta curiosità da parte di clienti e viaggiatori e ha rinsaldato il senso di comunità tipico del quartiere che lo rappresenta”.
(Photo credit: Linda Scuizzato)

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