Quando lo Stato fa cassa
con i pacchetti turistici

di Francesco Zucco
26/07/2013
11:50
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I vacanzieri possono dare ossigeno ai conti della Pubblica Amministrazione? Certo, grazie alla tassa di soggiorno: una modalità di finanziamento che sembra piacere sempre di più alle amministrazioni locali.

Il motivo è semplice, come ha sottolineato un articolo comparso su Il Sole 24 Ore negli scorsi giorni: la tassa di scopo è l'unico modo che hanno gli amministratori per procacciare fondi senza andare a gravare sui portafogli dei residenti, ovvero degli elettori. Gli stessi che, alla successiva tornata elettorale, dovranno decidere del destino delle autorità locali.

Insomma, l'imposta di soggiorno, dopo i primi dubbi, sembra aver conquistato le amministrazioni locali. E infatti, tra le varie località più o meno turistiche, si allunga l'elenco di coloro che chiedono di istituire la tassa di soggiorno e addirittura di chi pensa di rincararla.

Milano, ad esempio, ha deciso di aumentarlo di 1 euro per categoria: 2 euro per gli hotel 1 stella, 3 euro per i 2 stelle, 4 euro per i 3 stelle; per i 4 e 5 stelle viene confermata la massima richiesta applicabile, 5 euro.

Napoli ha invece rivisto la distribuzione degli importi per categorie, senza prevedere un aumento di gettito. Ma anche sul tavolo del neosindaco di Roma Ignazio Marino ci sono ipotesi di revisione; tra queste, l'applicazione della tassa anche a strutture che fino ad oggi ne erano state esentate. Nessun ritocco, invece, per Torino e Firenze.

Anche il Friuli Venezia Giulia, dove si è appena insediato il presidente regionale Debora Serracchiani, ha nuovamente portato sotto i riflettori l'idea del balzello sui soggiorni.

Unico scoglio da superare, per molte amministrazioni, le obiezioni del mondo degli alberghi. Che, probabilmente, non rinuncerà a dare battaglia anche in vista di nuovi rincari.

Senza contare l'Imu, una tassa che ha colpito in particolare sugli albergatori. Per evitare una nuova stretta sui margini a causa delle imposte sugli immobili, i player del settore hanno chiesto a più riprese di assimilare le strutture ricettive ai capannoni industriali (godendo così di una serie di riduzioni sull'Imu): tra gli ultimi appelli in questo senso, quello di Paolo Corchia, presidente di Federalberghi Toscana.

Una luce di speranza per gli albergatori (sia sul fronte dell'Imu che su quello della tassa di soggiorno) l'ha aperto il viceministro dell'Economia Luigi Casero che, in occasione del direttivo nazionale di Federalberghi, ha ribadito l'impegno del Governo per ridurre il peso fiscale sulle imprese del Turismo.


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