Perù: continua l'emergenza in alcune aree turistiche

06/02/2023
21:00
 

Le conseguenze delle proteste politiche in corso, che stanno interessando il Perù da due mesi, hanno portato a dichiarare lo stato d’emergenza in molte regioni del Paese, alcune a spiccata vocazione turistica.

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Come evidenzia TTG Media, i disordini hanno provocato un nuovo aggiornamento da parte del Foreign Office dopo che misure speciali sono state emanate a Cusco, Arequipa e Puno.
Interessate dai provvedimenti restrittivi anche Madre de Dios, Apurimac, Moquegua e Tacna.

Le operazioni all'aeroporto Juliaca di Puno sono state sospese dall'inizio di gennaio e l'aeroporto di Arequipa opera in orari limitati.
I viaggi in alcune parti del Paese potrebbero non essere possibili a causa dei blocchi stradali e della sospensione dei servizi ferroviari.
Secondo gli ultimi aggiornamenti difficoltà operative riguardano treni e autobus da e per Machu Picchu da Cusco e altri servizi nella Valle Sacra.

Inoltre, ci sono state chiusure sporadiche sia del Cammino Inca che dello stesso Machu Picchu, nonché problemi nella capitale Lima e sulle principali autostrade.

Le proteste possono interrompere i viaggi stradali, ferroviari, fluviali e aerei e colpire aree turistiche come Lima, Ica, Cusco, Arequipa, Puno, Puerto Maldonado e Iquitos.
Inoltre, i disordini a Puno possono portare alla chiusura del valico di frontiera con la Bolivia, compreso il lago Titicaca.
Nel centro di Lima, le manifestazioni potrebbero interrompere l'accesso al centro storico e ad alcuni uffici pubblici. Infine, le proteste a Ica possono portare al blocco dell'autostrada Panamericana.

Anche l’Amazzonia può risultare coinvolta, con l'interruzione delle navi turistiche in aree remote dove l'accesso a cibo e acqua può essere limitato e le evacuazioni sono possibili solo in barca.


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