L'isola fiscale

Giulio Benedetti, Dottore Commercialista

Pagare le imposte? Non è così facile: il caso del Modello F24 con utilizzo di un credito

30/11/2017
14:31
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Pagare le imposte è sempre più difficile. Non (solo) per problemi finanziari: oggi anche chi ha le risorse per pagarle trova numerose e crescenti difficoltà a causa dei vincoli insiti nell’uso del modello F24.

Intendiamoci: pagare le imposte con modello F24 è molto semplice, ma chi vanta un credito verso il fisco ed intende (giustamente) utilizzarlo in compensazione dai propri debiti, senza attendere i tempi biblici dei rimborsi da parte dell'erario, deve districarsi in un vero e proprio "slalom" tra le nuove regole che ogni anno vengono aggiunte dall'amministrazione finanziaria.

Innanzitutto per versare un F24 dove si compensano crediti (come il credito IVA, il credito relativo alle imposte sui redditi o altri crediti d'imposta) è necessario utilizzare esclusivamente i servizi messi a disposizione dall'agenzia delle entrate: F24web, F24 online o avvalersi dell'invio da parte di un intermediario abilitato (dottore commercialista, consulente del lavoro, ecc.).

Le regole di cui sopra valgono per tutti (imprenditori o privati) in caso di modello F24 a saldo zero (cioè con il debito interamente compensato dal credito d'imposta).

Nel caso di F24 con utilizzo di crediti a scomputo ma con saldo maggiore di zero, i privati possono utilizzare anche il canale dell'home banking (quindi provvedere in autonomia), mentre i soggetti con partita IVA devono obbligatoriamente utilizzare i canali telematici dell'Agenzia dele Entrate o degli intermediari abilitati.

Attenzione però all’ammontare dei crediti compensati nel corso dell’anno: in particolare se la somma di ogni singolo credito, utilizzato anche in più F24, supera i 5mila euro.

Infatti in questo caso è necessario far apporre il "visto di conformità" da un professionista abilitato, sulla dichiarazione fiscale nella quale si è generato quel credito. Questo "visto" consiste in una assunzione di responsabilità (a seguito di opportune verifiche) da parte del professionista che lo appone, garantendo quindi che il credito generatosi derivi da dati fiscali certi e debitamente controllati e certificati.

Infine, arriva l'ultima novità: l'articolo 83 del Disegno di Legge di Bilancio 2018 (la "finanziaria" 2018) prevede che l'Agenzia delle Entrate possa sospendere, fino a un massimo di 30 giorni, l'esecuzione dei versamenti effettuati tramite modello F24 che contengano compensazioni, nel caso in cui la posizione presenti profili di rischio, al fine di controllare la legittimità dell'utilizzo del credito. Questa nuova previsione normativa (se confermata in sede di apoporovazione della Legge di Biancio) consente sicuramente all’amministrazione finanziaria di effettuare una verifica preventiva dell'utilizzo dei crediti in F24 al fine di evitare possibili frodi, ma com'è facile comprendere va a danno di chi quei crediti li ha legittimamente maturati ed altrettanto legittimamente vorrebbe utilizzarli.

Una prima conseguenza negativa di questo "blocco" potrebbe essere la mancanza dell'immediata evidenza del pagamento dell'F24, con conseguente ritardo nel rilascio del relativo Documento Unico di Regolarità Contributiva (DURC) ed eventuale perdita di commesse importanti ricevute da clienti che richiedono tale DURC per poter confermare la prenotazione (pensiamo ad esempio alle pubbliche amministrazioni, alle scuole, ai Comuni, che inoltrano richieste di servizi ad agenzie viaggi).

Appare sempre più evidente come l'Agenzia delle Entrate scoraggi l'utilizzo dei crediti in compensazione od imponga oneri (come l'utilizzo dei canali telematici o il visto di conformità) che comportano nuovi costi a carico di chi si vede costretto ad utilizzarli.

Giulio Benedetti – Studio Benedetti Dottori Commercialisti – www.studiobenedetti.euwww.iva74ter.it

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