L'isola fiscale

Giulio Benedetti, Dottore Commercialista

Riforma del fisco: cosa cambia?

03/04/2023
14:52
 

Il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera per la “riforma fiscale”:
in cosa consiste nel concreto?

Gli obiettivi sono chiari:
- riduzione della pressione fiscale (sia per cittadini che imprese),
- semplificazione delle procedure e della normativa fiscale (meno adempimenti),
- eliminazione della conflittualità tra Fisco e cittadini (maggior dialogo e minore “repressione”).

Tutti punti che, concorderete con me, sono il punto forte di diversi schieramenti politici in ogni campagna elettorale. Problematica e spesso senza soluzione è stata la loro attuazione: come intende concretizzare, l’attuale Governo, gli obiettivi di cui sopra?

Per ora la “Legge delega” (il cui iter non sarà breve: trascorreranno almeno 24 mesi per l’approvazione della nuova normativa e dei relativi decreti delegati di attuazione) si concentra su:
- riforma dell’Irpef (l’imposta sul reddito delle persone fisiche) ampliando la cosidetta “flat tax” fino a renderla unica per tutti: c’è quindi la volontà di ridurre fino ad eliminare le ormai note “aliquote progressive” (diverse percentuali di tassazione – crescenti – al crescere del reddito) per introdurre un’unica percentuale di tassazione uguale per tutti (ma non da subito, bensì progressivamente in un prossimo futuro),
- favorire il reinvestimento degli utili in azienda, premiando gli investimenti in innovazione e la costruzione di nuova occupazione,
- semplificazione degli adempimenti e la promozione di “compliance” (l’Agenzia delle Entrate traduce questo termine anglofono in “adempimento spontaneo” cioè mette a disposizione del contribuente le informazioni in suo possesso, dandogli così l'opportunità di correggere spontaneamente eventuali errori od omissioni; ma su un dizionario inglese-italiano leggo che questo termine può essere tradotto anche con le parole “condiscendenza” e “sottomissione”).

In realtà una vera riforma fiscale è attesa esattamente da 50 anni, da quando il sistema fiscale italiano è stato profondamente riformato dale 1971 al 1973.

Il fisco incide profondamente sulle finanze di cittadini ed imprese ed è scontato come sia una significativa leva in grado di condizionare l’andamento dell’economia di un Paese oltre a sostenere le nostre imprese sul piano europeo e internazionale anche in termini di parità concorrenziale.

Di fatto, ad oggi, il nostro sistema fiscale si basa sui principi dettati dalla riforma del 1971 ed in questi 50 anni, per mano dei vari governi, si sono succedute una serie di “manutenzioni ordinarie” (cit. Enrico De Mita) cioè una serie di piccole riforme disarticolate tra di loro, spesso in contraddizione per evidenti dettami politici, mai in grado di assumere l’indirizzo di un intervento sistematico e che hanno dato vita a numerose norme frammentate e disomogenee nelle quali è estremamente difficile se non impossibile orientarsi.

Il disordine rende la situazione attuale paragonabile a quella esistente prima della riforma fiscale del 1971: complessità del sistema per numero di tributi e qualità delle leggi, sperequazione dei redditi, assenza di collaborazione tra fisco e cittadini: per riuscire finalmente a riformare il fisco italiano è necessario procedere ad un intervento invasivo e drastico che tagli alla fonte le ormai oltre 10mila norme tributarie in vigore nel nostro Paese.

Giulio Benedetti – Studio Benedetti Dottori Commercialisti – www.studiobenedetti.eu www.travelfocus.it


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