Lady Globetrotter

Pamela McCourt Francescone, Giornalista giramondo

Parrucche fai da te

16/12/2019
10:51
 

A Tari, nelle Highlands della Papua Nuova Guinea, siamo saliti sul pullmino per raggiungere un campo nella giungla e incontrare un gruppo di Bachelor Men dell’etnia Huli. Prima di arrivare all’età adulta, ci ha spiegato la nostra guida, i giovani Huli passano un anno e mezzo in ritiro lontano dalle loro famiglie per apprendere la storia, il folklore e i riti ancestrali del loro popolo. E si fanno crescere i capelli.    

Seguendo tortuosi sentieri nella foresta pluviale abbiamo raggiunto il campo dove ci aspettava un gruppo di dieci ragazzi i quali, dopo un anno di ritiro, avevano già grandi cespugli di capelli ricci in testa. Non abbastanza, ci disse la guida, per il rituale taglio che avviene al diciottesimo mese e permette di passare alla delicata fase del confezionamento delle parrucche.

Il loro insegnante, uno sciamano con la faccia dipinta di colori sgargianti, spiega alla guida che la tessitura delle parrucche richiede destrezza e pazienza, e indica uno dei ragazzi. Era un ex-allievo e, a differenza dei capelli incolti dei suoi compagni, portava in testa una parrucca molto curata e stilizzata che aveva da poco confezionato. Il grande copricapo, dalla forma di cappella di fungo, era decorato con piume, fiori, foglie, ossa d’animali, conchiglie e oggetti curiosi come un tappo della Coca Cola, un pettine rotto e una spilla da balia rosa.   

Per il popolo Huli la testa è la sede dell’anima e le parrucche riccamente adornate sono trofei da sfoggiare ai tradizionali raduni singsing di danze e canti tribali. Con le magnifiche parrucche in testa, le facce dipinte di giallo e rosso e il piercing al naso per intimidire le tribù rivali, gli uomini Huli si pavoneggiano ostentando una vanagloria che richiama il magnifico uccello del paradiso che troneggia sulla bandiera papuana.


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