Lady Globetrotter

Pamela McCourt Francescone, Giornalista giramondo

Il brivido di San Fernando

26/04/2021
09:25
 

Per me, come credo per molti di voi, viaggiare diventa ancora più bello quando ci sono delle sorprese inaspettate. Quel contrattempo che finisce in allegria, quell’incontro fortuito, quel fuori programma inatteso, quel brivido impensato. Momenti preziosi che archiviamo gelosamente nel baule dei nostri souvenir.  

Qualche anno fa stavo per realizzare uno dei miei sogni peruviani, salendo su un piccolo aereo (troppo piccolo per i miei gusti: solo io e il pilota) per sorvolare le linee di Nazca. Avevo già visto il Rio delle Amazzoni e la Cordillera Blanca, Cuzco e Machu Picchu, Arequipa e il lago Titicaca, Huanchaco e Caral (uno più stupendo dell’altro) e ora mi trovavo a tu per tu con i giganteschi geroglifici raffiguranti figure astratte e animali scolpiti nel deserto del Perù meridionale.

Tornata a terra (ma con la testa ancora fra le nuvole, Nazca ti trasporta nella preistoria e nel mistero) ad aspettarmi trovo due fuoristrada e Martin, un tour operator di Lima nato in Olanda ma, come ho capito subito dall’accento, cresciuto in Irlanda. “È ancora presto, oggi non ci sono stati ritardi per le condizioni meteo, c’è tempo per farti conoscere un posto molto bello e poco conosciuto”. E partiamo verso la Riserva di San Fernando.  

Attraversando la terra brulla e le dune maestose dell’immenso santuario della biodiversità desertico, scopro che qui vivono trecento specie di animali, come il guanaco, il puma, le volpi delle Ande; e specie marine, come i pinguini di Humbolt.

Martin mi spiega che sono pochissimi i visitatori che si spingono oltre Nazca. “Forse una quindicina al mese, amanti della natura, dei fuoristrada e del brivido”. Dopo un’ora ci accostiamo all’oceano blu cobalto e sconfinato, e in basso scorgo una piccola penisola, collegata alla terraferma da una sottile striscia rocciosa, dove vivono grandi colonie di leoni e lontre marine, oltre a duecento tipi di uccello e novanta specie di pesci.

Inospitale, selvaggia e suggestiva, l’ammiriamo dall’alto e penso già al ritorno a Nazca, quando Martin avverte “Hang on” e accelera oltre il bordo della duna. Stile montagne russe, precipitiamo lungo la discesa vertiginosa verso l’oceano con il vento che ci sferza il viso e ci toglie il fiato. Perù. Sempre da brivido.


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