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Cristina Peroglio, giornalista di TTG Italia

Lettera d’amore dalla Cina

08/09/2015
09:03
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Caro Belpaese,
quest'anno ti ho tradito e sono andata lontano. Sono andata a vedere quel posto da dove dovrebbe arrivare la ricchezza futura del nostro incoming. Sono andata a fare la turista in Cina.

Caro Belpaese,
il giorno in cui tutti questi allegri signori con gli occhi a mandorla che adesso fanno le vacanze nelle loro città d'arte varcheranno le Alpi, a vedere i nostri aeroporti, le nostre stazioni e i nostri treni penseranno di essere finiti in uno stato del terzo mondo. A parte le dimensioni, che si sa, non sono tutto, loro hanno treni efficienti, puliti, puntuali. Le stazioni sono linde e ordinate: difficile perdersi anche per un occidentale. Il cambio treno non è un dramma di proporzioni cosmiche come da noi: in biglietteria almeno qualcuno che mastica due parole di inglese c'è e c'è uno sportello dedicato a chi vuole cambiare treno e biglietto.
Gli aeroporti sono tirati a lucido, i controlli sicurezza accurati, è rarissimo trovare una scala mobile con il cartello 'fuori servizio'.
Le strade sono invece complicate per tutti: le indicazioni solo in cinese rendono difficile la comprensione, ma d'altra parte, neppure in Italia ho visto molti cartelli in mandarino.

Caro Belpaese,
vorrei parlarti anche della fruizione dei monumenti in Cina. Nel mio peregrinare, sono capitata nel museo di Xian che conserva al suo interno un enorme villaggio del neolitico.
È un museo mica poi tanto famoso, intendiamo. Fondamenta, sepolture, qualche selce e delle collane. Noi abbiamo di meglio, di sicuro.
Ma le bacheche con animazione in 3D che mostravano la vita del villaggio, gli schermi con video che spiegavano come erano realizzate queste abitazioni di cui si vedono solo le fondamenta, ecco, quelli, qualcuno mi spiega perché non ce li abbiamo?

Caro Belpaese,
tu sei bello, sicuramente molto più di tante città della Cina. La ricchezza e la varietà di stili architettonici delle tue città d’arte nessuno al mondo le ha.
Però (e so di mettere un dito nella piaga) spiegami: perché i viali di Pechino, finanche le strade trafficate di Shanghai sono linde e pulite e invece i nostri marciapiedi sono una vergogna di monnezza? Intendiamoci: non è che i cinesi siano gente così attenta al decoro da non gettare carte e mozziconi per terra. Semplicemente, ci sono tanti spazzini.

Caro Belpaese,
vorrei dirti che non mi sei mancato tanto in queste vacanze. Mi piacerebbe poter dire il contrario, ma mentirei.
Fai qualcosa, per favore. Ché vorrei poter tornare ad essere orgogliosa (e innamorata) dell’Italia.

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