The Matador

Josep Ejarque, professionista in Destination Management e Marketing

Parole, parole, parole…

23/10/2012
11:51
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Convegno in una nota destinazione turistica italiana: uno dei tanti!. Una scena come tante: fuori dal congresso capannelli di albergatori discutono tra loro.

Le facce sono preoccupate: la stagione è andata male e le prospettive per la prossima non sembrano certamente migliori. Ed ecco che arriva l’assessore al Turismo e fioccano le solite lamentele: “Non stai facendo nulla di concreto, soltanto parole! E nel frattempo le nostre aziende vanno di male in peggio”. "La stagione si riduce e i costi aumentano". "Neanche riesci a modificare i provvedimenti che ci danneggiano!!". L’assessore si difende, elencando i diversi provvedimenti emanati e quelli in programma, il piano strategico che intende promuovere, scarica le colpe fra la Commissione del Turismo, il Consiglio Regionale e gli operatori che non Lo aiutano. Tenta di spiegare, di chiarire, si giustifica: ‘Non ci sono più soldi, ma io faccio tutto per il bene del territorio!’.

Nel suo intervento però non dice nulla di nuovo, non tranquillizza gli operatori. Espone una strategia futurista che sembra più una favola tratta da un libro di illusioni piuttosto che un’effetiva realtà operativa. Il problema però è che ormai agli operatori e alle aziende turistiche dell’incoming non bastano più le parole, vogliono fatti. Di fronte a un fatturato in discesa, con meno clienti, a una stagione che di mese in mese si riduce mentre i costi diretti ed indiretti crescono, le parole servono a poco. E purtroppo, questo è un quadro comune a tante destinazioni italiane.

Questa scena, realmente accaduta!, potrebbe oggi essere Comune a tante Regioni. Da Nord a Sud, da Ovest a Est.

Anche le associazioni di categoria, come quella degli albergatori, sono in difficoltà perché devono giustificare non solo il proprio operato ma anche quello dell’amministrazione al cospetto dei propri associati.

Insomma, siamo fronte a una realtà, quella dell’incoming, che sta facendo molta fatica a sopravvivere, dice. Una realtà, dove la competitività dei territori e delle aziende è sempre minore e dove si sta diffondendo un forte malcontento. Le destinazioni e gli operatori si trovano davanti a politiche o finte politiche che poco hanno a che vedere con il vero andamento della domanda. Inoltre, non ci sono più i budget di un tempo per fare pubblicità e promozione, non ci sono più i contributi per consorzi o investimenti di qualsiasi tipo. Il turismo sta pagando sulla propria pelle la miopia e la mancanza di visione strategica degli anni passati.

Gli operatori sanno bene che ad aspettarli ci sono tempi difficili e che i discorsi e i piani servono a poco se non si agisce, soprattutto dato che il turismo conta così poco in politica. C’è chi ancora pensa che alla fine facendo un po’ di promozione gli operatori saranno soddisfatti. Grande errore!! È finita l’epoca delle false promesse, di annunciare provvedimenti che non arriveranno mai e di presentare grandi strategie che resteranno poi solo sulla carta. Ormai nessuno ci crede più perchè tutti hanno capito che il vero problema è proprio metterle in pratica.

Il nervosismo fra gli operatori sta crescendo. E le crisi così come le difficoltà di solito riescono proprio a mettere d’accordo le associazioni di categoria. Cosa normalmente non facile. E i commenti tra gli albergatori riprendono: “Il vero guaio è che non possiamo sparare contro l’assessore, è uno dei nostri”, “Ci siamo fregati con le nostre proprie mani" e ancora "La verità è che noi, che siamo quelli che ci occupiamo di turismo in Italia, non ne azzecchiamo una".

Va bene, dai… Allora andiamo a pranzo!

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