The Matador

Josep Ejarque, professionista in Destination Management e Marketing

Scusate la provocazione!

27/11/2012
15:59
 

Qualche giorno fa ho partecipato al Whr 2012, un evento focalizzato sul revenue e sul web marketing per alberghi, un’iniziativa atipica nel mondo del turismo, dove chi partecipa paga, vuole imparare e cerca concretezza.
Dico  atipico perché, purtroppo, nel mondo del turismo si organizzano centinaia di convegni ed eventi, che però spesso sono molto poco concreti e si limitano soltanto a fornire le solite dichiarazioni generiche e informazioni generali.

Nel mio intervento ho parlato del Destination Revenue, un concetto che dovrebbe interessare le destinazioni così come gli operatori turistici. Il revenue di destinazione non è altro che la pianificazione del prezzo generale di una destinazione che nasce dalla necessità di costruire una strategia di revenue complessiva. Il prezzo, infatti, è uno dei fattori che determina il posizionamento di una destinazione e la sua percezione nel mercato. Inoltre, la gestione del destination revenue è utile anche perché serve a evitare l'attuale guerra di prezzi tra le singole strutture che non permette loro di ottenere sufficienti margini.

Ma non è di questo che intendo parlare. Come succede spesso, durante un convegno, i partecipanti iniziano a twittare. L'uso di questo canale social infatti è ormai un'abitudine. Mentre parlavo, quindi, alcuni dei presenti twitavano e retwitavano alcuni miei concetti, oppure le loro opinioni in merito al mio intervento.

I tweet e le menzioni ormai rappresentano anche un utile strumento per capire l’indice di gradimento di quello che si è esposto e la reazione dei partecipanti, oltre che un termometro per monitorare la propria ‘reputation’. Ho notato con piacere che per la maggior parte i tweet sono stati positivi e mi sono sentito gratificato e soddisfatto. Quello che però mi colpisce è che ripetutamente si sia fatto riferimento, anche se affettuosamente, a quello che molti intendevano come mie provocazioni.

Sinceramente il mio intento non è quello di provocare, ma solamente di dire le cose come stanno. Affermare che i nostri risultati turistici sono inferiori a quelli della concorrenza non è una provocazione, ma una semplice realtà. Dire che il modello cui fanno riferimento molte destinazioni e operatori turistici in Italia non è in linea con la domanda non è una provocazione ma una certezza. Mi chiedo perché nel turismo si debba continuare a fare finta che tutto vada bene. La verità è la verità e va detta.

Dire ad alta voce i fatti ed esprimere la mia opinione (che giustamente può anche non essere condivisa) su temi e argomenti del turismo - dato che sul resto non ho né titolo né competenze per farlo - non deve essere intesa e vista come una provocazione ma semplicemente come una fredda analisi della situazione. Recentemente un amico, dopo aver letto un mio post sul blog The Matador mi ha scritto: "Ho letto il tuo contributo sul Wtm: valido ma cerca di passare alla dimensione propositiva, un poco alla volta… dobbiamo aiutare il sistema ad avere speranza".

Forse ha ragione lui come tutti gli altri, ma sinceramente io faccio fatica a capire come potremmo uscire da questa situazione se non facciamo una realistica riflessione e una precisa analisi sul nostro turismo e sulle nostre aziende. La realtà purtroppo è quella che è, e sono certo che nascondendo la testa sotto la sabbia o non dicendo la verità difficilmente le cose si risolvono. Insomma, bisogna avere il coraggio di guardare in faccia la realtà e prendere il toro per le corna. Infatti, solo una volta maturata la consapevolezza circa la nostra attuale situazione, allora si potrà guardare avanti, agire, cambiare, innovare e quindi sperare che le cose migliorino.

Dimenticavo: chiedo scusa per questa mia provocazione!!


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