The Matador

Josep Ejarque, professionista in Destination Management e Marketing

Sbagliando... s'impara?

10/06/2013
15:51
 

A giudicare dalle notizie, sembrerebbe che nel Mediterraneo stia iniziando una nuova ‘Primavera Araba’.

Gli incidenti e le manifestazioni che in questi giorni stanno bloccando la Turchia sono noti a tutti.

Per noi che ci occupiamo di turismo, è inevitabile pensare anche alle ripercussioni che questa situazione avrà sul settore turistico.

La Turchia è infatti un Paese -  a differenza dell’Italia - in forte crescita. Nel 2011 ha registrato ben 29,3 milioni di visitatori, dato che le ha permesso di guadagnare una posizione nel ranking delle destinazioni con maggior numero di turisti stranieri, elaborato dall'Omt. Oggi non a caso, si trova al settimo posto ed è ancora in crescita per il turismo balneare, culturale e per il citybreak. Da gennaio a marzo, inoltre, ha registrato un incremento di turisti pari al 18 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, con ben cinque milioni di visitatori.

Purtroppo, la situazione attuale inciderà inevitabilmente sul turismo, almeno per questo anno. I tour operator e il mercato outgoing europeo non a caso sono fortemente preoccupati perché, oltre a dovere eliminare la destinazione, almeno nell’immediato, dalla propria programmazione, sono consapevoli della riduzione di domanda che colpirà irrimediabilmente la Turchia.

Certo non è bello approfittare dei problemi altrui, ma la verità è che il turismo - come tutti i settori economici - è concorrenza e competizione.

In questo senso, basta ricordare la ‘Primavera Araba’ dell'Egitto o della Tunisia. Le cadute turistiche in quell’occasione erano state elevatissime: l’Egitto, per esempio, che nel 2010 contava 14,5 milioni di turisti, nel 2011, aveva registrato solo 9,8 milioni di arrivi. Nel 2012, secondo i dati dell'Omt, facendo leva sulla promozione e stipulando mirati accordi di marketing, era poi riuscito a fatica a recuperarne due milioni. Ma senza riuscire però a raggiungere i numeri pre-crisi.
I turisti, infatti, diretti verso queste destinazioni del Mediterraneo orientale e del Mar Rosso, sicuramente non hanno rinunciato alle proprie vacanze. Semplicemente hanno cambiato meta. E l'Italia, a differenza di altri suoi competitor, come Spagna, Croazia, Malta, Grecia, non aveva saputo approfittare della momentanea deviazione della domanda. A dirla tutta, forse l’Italia è stato l'unico Paese del Mediterraneo a non trarne beneficio.

Mentre infatti noi aspettavamo tranquilli che i turisti arrivassero, i nostri competitor si davano da fare, agivano.

La Sicilia o la Sardegna, destinazioni affini sia per tipologia di prodotto sia per clima, potevano tranquillamente rappresentare una valida alternativa. Ma non hanno saputo approfittarne al contrario per esempio di Malta che invece ha saputo orchestrare bene le proprie azioni!

Mi domando se anche questa volta ci lasceremo scappare quest’opportunità, oppure se gli operatori e le destinazioni turistiche italiane saranno in grado di agire!

I principali mercati della Turchia sono Germania, Francia e Inghilterra. Inutile sottolineare quindi che grande opportunità potrebbe essere per le mete italiane.

Sono sicuro che alcune destinazioni si stanno già muovendo in questa direzione. Ho sentito infatti alcuni miei colleghi, responsabili di destinazioni di Paesi competitor, e molti di loro erano già in viaggio verso le sede dei tour operator europei per proporsi con mirate azioni commerciali, oppure stavano preparando azioni di comunicazione online per incrementare la propria visibilità sul mercato.

Mi chiedo cosa si stia facendo in Italia… forse la risposta la so già anche se non vorrei sentirla.
Una cosa è certa: il turismo Italiano già una volta non ha saputo approfittare della Primavera Araba…

Saremo in grado di imparare dai nostri errori?

@josepejarque


TI INTERESSA QUESTA NOTIZIA? ISCRIVITI A TTG REPORT, LA NEWSLETTER QUOTIDIANA

Commenti di Facebook


I blog di TTG Italia non rappresentano una testata giornalistica poiché sono aggiornati senza alcuna periodicità. Non possono pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 07.03.2001. Le opinioni ivi espresse sono sotto la responsabilità dei rispettivi autori