Torre di Controllo

Lino Vuotto, giornalista di TTG Italia

Quando la realtà supera la fantasia

26/09/2012
09:00

Ma che bella settimana! Non faccio in tempo a scrivere che Almodovar sceglie un aeroporto fantasma per ambientarci un film e in solo sette giorni ne capitano di tutti i colori. E poi uno si chiede come mai gli aeroporti vengono scelti come ambientazione per i film.

Dunque, da dove cominciamo? Vabbè, partiamo dal cliente più facile, Ryanair. Non ce ne voglia, non ne ha colpa, ma possibile che proprio su un suo volo su Catania un passeggero e una hostess prima e uno steward dopo siano riusciti a venire alle mani, costringendo poi i passeggeri a lunghi ritardi sulla pista in attesa delle forze dell’ordine che venissero a prelevare il passeggero manesco? Deprecabile nel comportamento, magari l'agitato passeggero vittima di varie surcharge inattese per non avere stampato carte d’imbargo, preso il  documento di identità certificato, avere pesato il bagaglio tre secondi prima del check in? Nel caso un regista volesse trarne una fiction, consiglierei comunque Depardieu nella parte da protagonista.

Spostiamoci di continente e approdiamo a New York. Volo American Eagle direzione Washington. Aereo già sulla pista quando il pilota ingrana la retromarcia e torna al punto di partenza, costringendo i passeggeri a 4 ore (4 ore) di coda. Motivo: due hostess hanno deciso di darsele di santa ragione sul momento clou prima del decollo. Ma botte botte, non roba leggera, narrano le televisioni americane. Del resto negli Stati Uniti le cose le fanno sul serio.

Torniamo in Italia. Il Trio Medusa documenta in radio un battibecco tra un pilota Meridiana e uno Alitalia con in mezzo la Torre di Controllo. I toni si scaldano progressivamente e le parole che fuoriescono dalla bocca dei due ufficiali poco lasciano all'immaginazione, fornendo un ampio carnet di insulti da usare all'occorrenza. Come nelle migliori liti tra piloti, causa scatenante una presunta mancata precedenza. Alzi la mano chi non si è mai lasciato andare a cose del genere mentre era al volante della sua auto. Certo, sentirlo da due piloti... Immaginate però la stessa scena sul grande schermo con Tognazzi e Vianello. Un cult!

Voliamo lontano e arriviamo in Australia, a Melbourne. Anche qui il set sembrerebbe appropriato per Mr Crocodile Dundee più che per un aeroporto. Lavoro di routine, gli addetti arrivano a smistare i bagagli prelevandoli dall'aereo della stiva e cosa ti trovano? Un coccodrillo. Vivo. Per nulla amichevole, come si può immaginare e anche un po con le scatole in giostra considerato il lungo viaggio chiuso lì dentro.

Finiamo con la chicca. E qui si gioca in casa, letteralmente. Torino. Un uomo viene smascherato dopo essere riuscito a spacciarsi per pilota ed essere riuscito a volare gratis, entrando fino nella cabina dell'aereo, grazie a travestimenti e documenti falsi. Forse non sapremo mai quante volte l'ha fatta franca. Ma speriamo che abbia almeno tratto spunto da 'Prova a prendermi' con Leonardo di Caprio. Se invece è riuscito a pensarla tutta da solo, beh almeno va considerata l'abilità. Adesso, però, titoli di coda e luci in sala...


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