Un ex aeroporto militare riconvertito, un centro termale e un calcio al passato, anche se questo si chiama Guerra fredda o guerra vera e propria.
Benvenuti al Sarmellek International Airport, oggi anche Heviz-Balaton Airport, porta aerea d'accesso alla località turistica del Lago Balaton, in Ungheria. Qui c'è un astro ascente del turismo termale, e non solo, del Paese, capace di fare segnare lo scorso anno oltre un milione di pernottamenti, seconda solo a Budapest.
Una buona parte del merito di questa scommessa vinta spetta all'aeroporto Sarmellek, scalo dalla storia a dir poco travagliata. Nato negli anni Quaranta con un ruolo militare passa sotto l'egida sovietica negli anni Sessanta e per un periodo di trent'anni. Poi i noti fatti dall'abbattimento del Muro di Berlino in poi e nel 2002 diventa il secondo aeroporto internazionale del Paese. Poi arrivano le prime crisi finanziarie e una serie di chiusure e riaperture a partire dal 2009.
Nel 2012 una società prova a investire nello scalo, dandogli un orientamento charter proprio orientato sul turismo termale, sempre più richiesto in Europa. Un flusso anche legato al turismo medicale e guidato, negli ultimi due anni, proprio dai russi. Voli tutte le settimane e orde di viaggiatori dal portafogli pieno in arrivo da San Pietroburgo e Mosca.
In Paese e nell'area del Lago Balaton il passato è stato messo nel cassetto. Nel Paese è arrivato il benessere e il business grazie (anche) all'antico nemico. Pecunia non olet.
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