Filippetti, Astoi:
‘Il caso Thomas Cook
non è il fallimento
di un business model’

03/10/2019
09:39

Il fallimento di Thomas Cook è “la conseguenza di una specifica situazione finanziaria e di scelte strategiche sbagliate del Gruppo inglese”. Così Nardo Filippetti (nella foto) interviene nel dibattito sul crac del colosso britannico: una discussione che sta coinvolgendo anche il business model del turismo.

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Ma il presidente di Astoi non ci sta. Filippetti, infatti, si dice convinto che la vicenda “non sia un fallimento del modello di business o del sistema del turismo organizzato, come purtroppo in questi giorni abbiamo letto”. E non è nemmeno vero, sottolinea ancora il manager, che si tratti di una crisi del modello ‘offline’; a questo proposito Filippetti aggiunge: “Possiamo citare esempi di imprese online estere che sono fallite nel recente passato”.

I numeri del comparto
“La filiera del turismo organizzato - prosegue Filippetti - è quindi caratterizzata da case history di successo, da imprese finanziariamente solide, in crescita e che, come detto, riscontrano grande apprezzamento da parte del mercato”.

A questo proposito, nella nota Astoi, il presidente dell’associazione dei tour operator cita i numeri del turismo in Italia: 10mila imprese tra agenzie di viaggi e t.o., con 50mila addetti e un volume d’affari annuo di 7,5 miliardi di euro, di cui 4 miliardi relativi alle attività di organizzazione.

“Questo spiacevole evento - aggiunge il manager - sottolinea in maniera ancora più evidente l’importanza di affidarsi a un turismo organizzato che mette a disposizione dei consumatori tutte le tutele previste dalla nuova normativa europea, non ultima quella della dotazione di una copertura per fallimento e insolvenza, protezione di cui Thomas Cook godeva attraverso il fondo britannico Atol”.

Un vincolo che, conclude Filippetti, si dimostra particolarmente importante: “Come Astoi abbiamo chiesto alle istituzioni di mettere in atto controlli effettivi – sino ad oggi di fatto assenti – volti a garantire in particolare il rispetto di quest’obbligo da parte del comparto”.


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