T.o. alla prova dei prezzi
L’incognita dell’estate

di Isabella Cattoni
22/02/2021
08:35
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La variabile prezzo in vista delle prenotazioni per l’estate è una preoccupazione che abita le notti insonni di molti operatori. Anche perché si tratta di un dinamica sottesa a condizioni che in questo momento sono ancora molto incerte e di difficile previsione.

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Troppe variabili
Da una parte, è preponderante la necessità di ricorrere a tariffe dinamiche’ e flessibili, che consentano la possibilità di rinunciare alla vacanza anche sotto data e per motivi diversi. Dall’altra, c’è la necessità di mantenere quote abbordabili vista la delicata situazione economica in cui versa l’Italia, ma che siano anche rispettose di altre dinamiche, come quelle legate a un aumento di costi connessi sia al rispetto di protocolli sanitari particolarmente rigidi, sia alla necessità di mantenere una capienza delle strutture ridotta. Con in più la variabile legata al prezzo dei collegamenti, perché la minore capacità immessa dalle compagnie aeree potrebbe portare necessariamente a un innalzamento della tariffa media applicata.

La flessibilità vince sulla tariffa bassa
Per molti t.o. il prezzo non è comunque più una variabile decisiva nelle scelte del cliente.  “Mi sbaglierò, ma non credo che il prezzo sarà una leva molto importante – commenta il direttore generale tour operating del Gruppo Alpitour, Pier Ezhaya -. È vero che il Paese, al di là del turismo, sta attraversando una crisi economica senza precedenti e che quindi c’è meno disponibilità alla spesa, ma oggi quello che registriamo è più una domanda di flessibilità, vista l’incertezza che avvolge tutto. Noi da molti anni lavoriamo col prezzo dinamico, qualche cosa che non è pensabile non attuare in un mercato in cui la domanda è straordinariamente variabile. È chiaro però che il prezzo dinamico si basa molto sui volumi e sui flussi. In assenza di volumi importanti è più difficile farlo lavorare. Torno però a ripetere che sarà più la flessibilità l’elemento di scelta e non il prezzo”.

Anche per Luca Di Persio, global cmo & revenue di Aeroviaggi, il prezzo non sarà un elemento decisivo nella scelta del cliente. “Il prezzo è proporzionale alla qualità offerta e sarà quello che il cliente ci riconoscerà. Come Aeroviaggi stiamo puntando a un riposizionamento verso l’alto della nostra proposta, sicuri del fatto che un prodotto premium all’insegna di un ‘lusso sostenibile’ troverà positiva accoglienza negli scaffali delle agenzie”.
Ferma sostenitrice di tariffe dinamiche, che si adattano in tempo reale alla domanda è anche Laura Piras, direttore qualità, marketing & vendite di Acentro Turismo, che sottolinea l’importanza di proporre “un prezzo a conferma immediata che sia il migliore possibile, tenendo però conto di tutti i plus compresi nella quota”.

La qualità che paga
E anche Th Resorts si dice sicuro di mantenere prezzi di mercato: “La qualità pagherà sempre più  - interviene Stefano Maria Simei, direttore commerciale e marketing - e la scelta del cliente sarà sempre meno condizionata dalla tariffa; per questo la politica del prezzo basso quest’anno non è destinata a funzionare”.
Il nodo voli è poi una variabile che sicuramente inciderà sul prezzo, come evidenziato da Luigi Deli, fondatore e ceo di Volonline, per il quale “La tariffa media dei viaggi a lungo raggio sconterà l’aumento dei prezzi dei collegamenti aerei imposto dalla riduzione delle frequenze e delle tratte operate dalle compagnie”. Diverso invece il discorso su Italia e corto raggio, “Per ora interessati da lievi aumenti tariffari anche a causa dell’incertezza sui trend del futuro”.

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