I tour operator
ripensano
le Maldive

di Stefano Gianuario
26/07/2012
09:12

Gli operatori della Penisola lo ammettono con un po' di rimpianto: le Maldive non sono più quelle di una volta.

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"La situazione attuale è tranquilla ma, purtroppo, le prenotazioni stentano ancora ad arrivare" spiega Valentina Montobbio, marketing manager Oceano Indiano di Kuoni.

Il golpe di inizio anno e i disordini, seppur lievi, che ne sono seguiti, hanno inciso sul bacino tricolore che già dallo scorso inverno iniziava a vacillare. "Il mercato italiano si spaventa facilmente - sentenzia Gabriella Piazza, titolare di Carréblu -. Il colpo di stato ha frenato le vendite di primavera, periodo di grande rilievo per noi".

"Negli ultimi anni - precisa Danilo Curzi, amministratore di Idee per Viaggiare - lo sviluppo del ricettivo non è stato omogeno: c’è stata un’espansione di strutture di alto livello, con il risultato che una notte alle Maldive costa circa 300 euro".

Ettore Sarzi Amadè, titolare di Skorpion Travel, fa due rapidi conti: "Da ormai 7 o 8 anni sono state le catene alberghiere ad aprire a ripetizione, con tariffe più alte anche di 20 punti percentuali - precisa -. Il punto è che i maldiviani hanno scarsa lungimiranza e non hanno fatto i conti con la crisi in Europa e la rivalutazione del dollaro. In conclusione, un pacchetto può costare anche il 34 per cento in più rispetto a un paio di stagioni fa".

Sebbene l’industria turistica dell’arcipelago guardi con crescente interesse ai nuovi ricchi in particolare del Sud-Est asiatico, la mancanza del turista europeo e in particolare italiano si fa comunque sentire. "Restiamo un bacino importante - sottolinea Angelo Eugenio Cartelli, direttore commerciale e marketing di Eden Viaggi -, che non può essere messo da parte. Tuttavia esistono mercati in espansione che possono rispondere con maggiore facilità al livello di pricing delle Maldive".

Nonostante tutto, però, per il tour operating italiano il lume della speranza di un ritorno di fiamma per la destinazione resta acceso.

"L’appeal della destinazione sui turisti italiani è ancora forte, benché a fasi alterne - riflette Franco Montanari, product manager Oceano Indiano di Best Tours -, siamo quindi convinti che valga ancora la pena investire".

Alla certezza condivisa anche da Cecilia Dorigo, responsabile lungo raggio per la divisione Easy di Alpitour che sottolinea: “Le opportunità si devono cercare anche in momenti di difficoltà”, si contrappone la cautela di Cartelli di Eden: "Abbiamo attuato alcune operazioni per ridurre i rischi, i numeri si sono abbassati e la redditività rischia di essere compromessa".

E ancora di più la decisione ultima di Veratour, riassunta dal d.g. Stefano Pompili: "Da maggio abbiamo abbandonato la meta: una destinazione fantastica, ma ormai prima di marginalità. Speriamo di tornarci con grande entusiasmo quando il mercato sarà nuovamente pronto".

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