Tetto a voli a Schiphol. Iata e compagnie sul piede di guerra: si va in tribunale

06/03/2023
08:04
 

Incomprensibile e illegale. La Iata e un gruppo di compagnie aeree capitanate da KLM e Delta hanno lanciato una battaglia legale nei confronti del governo olandese, che ha deciso di ridurre ulteriormente il traffico sull’aeroporto di Schiphol.

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Il limite fissato di 500mila voli all’anno verrà infatti abbassato a 460mila voli a partire da novembre 2023, per poi calare ancora e arrivare a 440mila voli nel 2024.

L'associazione
La Iata ritiene che questa decisione politica del governo olandese contravvenga al regolamento UE 598/2014 sulle restrizioni operative relative al rumore negli aeroporti dell'Unione e ignori inoltre la Convenzione di Chicago, un accordo internazionale vincolante di cui i Paesi Bassi sono firmatari che prevede dopo un confronto con le parti interessate la riduzione dei voli come ultima risorsa per limitare l’inquinamento. Cosa che, secondo Iata, non è stata fatta.

“I Paesi Bassi stanno ostacolando l’economia e distruggendo la connettività – dice Willie Walsh, direttore generale di Iata -. E lo stanno facendo in violazione del diritto dell'UE e dei suoi obblighi internazionali. L'approccio ostile all'aviazione che distrugge posti di lavoro che il governo olandese ha scelto è una risposta totalmente sproporzionata alla gestione del rumore. Il governo ha persino rifiutato di impegnarsi in consultazioni significative con l'industria per raggiungere gli obiettivi di riduzione del rumore e delle emissioni, ripristinando l'occupazione e rivitalizzando l'economia post-pandemia. Il pericoloso precedente creato da questo approccio illegale non ha lasciato altra scelta che sfidarli in tribunale".

I vettori
Dall’altro lato, un gruppo di compagnie che vedono schierate KLM, KLM Cityhopper, Martinair, Transavia - tutte parte del Gruppo Air France-KLM – e ancora Corendon, Delta Air Lines, easyJet e TUI definiscono incomprensibile la decisione del governo olandese.

“Oltre ad avere un impatto negativo sull'economia olandese, la riduzione della capacità diminuirebbe significativamente le scelte di viaggio e la connettività per i consumatori” si legge in una nota diffusa dai vettori.

Le compagnie aeree sostengono che, oltre a violare la legislazione nazionale, europea e internazionale, la decisione non è necessaria, è dannosa e priva di un'adeguata motivazione, dato che l'industria aerea sta già ottenendo risultati significativi in materia di riduzione delle emissioni di CO2 e di abbassamento dei livelli di rumore.


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