Il lusso in Italia 2023
Player a confronto
fra personale, qualità
e resort inaspettati

di Cristina Peroglio
21/12/2022
08:03
 

Il 2022 è stato un anno breve, anche nel turismo di lusso. I flussi si sono concentrati da aprile in poi, da quando è stato possibile tornare a viaggiare, e l’esplosione della domanda ha creato gli intoppi che tutti conosciamo, soprattutto per quanto riguarda i trasporti. Ma non solo.

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E alla vigilia del 2023 alcune questioni restano irrisolte, mentre emergono temi del tutto inaspettati.

All’ultima ILTM TTG Luxury ha sondato gli animi del comparto, dai grandi gruppi alberghieri alle Dmc che curano il cliente upper level fino all’ultimo dei suoi desideri e il quadro che ne emerge è quello di grande soddisfazione, ma con un piccolo campanello d’allarme: attenzione alla qualità.

Un’ottima annata, con qualche intoppo
“Il 2022 è stato un anno troppo veloce, in cui si è lavorato moltissimo ma troppo di fretta. Era certo l’anno che aspettavamo per tornare al business, ma il rischio che la qualità scappi via è dietro l’angolo” dice Simona Mari, managing director di DiVita Tours.

Le dà manforte Giulio Abbate, managing partner di Italy Luxury Travel: “È stato un anno di lavoro intensissimo, per noi ottimo, con un raddoppio addirittura sul 2019. Certo, lavorare sui grandi numeri, con una domanda altissima, rischia di mettere in difficoltà in tema di qualità”.

A parlare di qualità è anche uno dei big dell’hotellerie internazionale: “Il boom della domanda che si è avuto nei mesi di aprile e maggio ha creato una serie di problemi, e non solo nel trasporto aereo” dice sir Rocco Forte, che si concentra su un tema che sarà caldissimo anche nel 2023, quello del personale. “Il problema principale resta quello del personale: non solo manca, ma non ce n’è di qualificato. E poiché per il lusso il servizio di alta qualità è un ‘paramount’, la preoccupazione c’è”.

L’anno che verrà
Perché il nuovo anno sembra portare con sé grandi soddisfazioni in termini di numeri, ma il rischio di scontrarsi con i problemi non risolti nel 2022 è ben presente. “Nel 2023 prevediamo un 20-25% di traffico in più rispetto a quest’anno, che già è stato straordinario – dice Salvatore Lo Giudice, uno dei due titolari di Sicily Lifestyle – ma non nascondiamo che c’è un problema di risorse umane qualificate anche nel settore dei servizi. Anzi, dirò di più: la domanda cresce in maniera esponenziale, mentre l’offerta di servizi non cresce in ugual misura”.

Il problema del personale non sembra invece spaventare Bulgari Hotels & Resorts. “Noi operiamo mettendo le persone davanti a tutto – dice il senior director Attilio Marro -: abbiamo persone che lavorano con noi da vent’anni e giovani da formare. È un ottimo mix”.

E la qualità, secondo Marro, può essere stimolata dalla concorrenza. Un caso emblematico sarà Roma: “Le tante nuove aperture di grandi brand non ci preoccupano – dice Marro, che si sta preparando all’opening del Bulgari Hotel Rome -; anzi, è un’opportunità straordinaria per far crescere la qualità dell’offerta ricettiva nella Capitale”.

La concorrenza e i prezzi
Malgrado la concorrenza fra brand, sul mercato europeo, si stia facendo sempre più forte, con un panorama alberghiero che va arricchendosi di marchi, i prezzi sono in fortissima risalita. “Siamo di fronte a cifre inconcepibili – dice Abbate di Italy Luxury Travel – registriamo incrementi che vanno da un 30 a un 200 per cento”. E finanche Rocco Forte sottolinea l’incremento dei prezzi, anche se compreso in un range che va dal 20 al 50%.

“La competizione in Europa non ci preoccupa – dice Victor Clavell, senior vice president of operations Emeac di Rosewood - Abbiamo rispetto per tutti, ma non ci focalizziamo su questo”. Anche perché gli spazi di crescita, anche in Italia, sembrano esserci su prodotti differenti.

I resort in Europa (urbani e non)
“Stiamo proponendo in Italia un nuovo tipo di ospitalità – spiega Mike Minchin, chief marketing officer di Auberge Resort Collection che aprirà sulle colline di Firenze il suo primo hotel tricolore -: la nostra idea è quella di un resort cittadino, che unisca all’attrattività della città d’arte il mood e le opportunità di un resort”.

Un tema condiviso da Rosewood e spinto ancora più avanti da Candice D'Cruz, vice president - luxury brands - Europe, Middle East & Africa di Marriott International, che immagina “glamping e campi tendati anche in alcune zone d’Europa”.

Il perché lo spiegano alcuni dati illustrati da Tom Rowntree, vice presidente Global luxury brand di IHG: “Entro il 2025, il 61% dei viaggiatori luxury si muoverà con i bambini al seguito” dice. Ed è evidente che per accogliere una famiglia è più interessante un resort.


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