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Paola Tournour-Viron, divulgatrice per professione e per passione

Promofobia

31/07/2020
10:02
 

In questa situazione delicatissima c’è ancora chi, incredibilmente, ha tempo per esercitarsi in critiche o addirittura invettive. Ne sono un esempio le polemiche piovute copiose sul direttore degli Uffizi, Eike Schmidt, secondo alcuni reo di avere dissacrato l’arcinota Galleria trasformandosi in guida per l’influencer Chiara Ferragni.

I tanti eruditi detrattori (fra i quali si contano peraltro alcuni sedicenti influencer) scandalizzati per l’incursione social – cui, aspetto non secondario di questi tempi, il museo fiorentino deve un +24% degli ingressi in soli due giorni con una quota di ben 3600 tra bambini e ragazzi fino a 25 anni, contro i 2839 registrati nel weekend precedente – ricorderanno tuttavia come l’universo culturale e quello pop nel tempo si siano più volte mescolati e supportati. Spesso anche con ottimi risultati, taluni entrati nella storia della comunicazione.

La recente dipartita di Gianrico Tedeschi allo scoccare del secolo di vita, ricorderà ad esempio ai meno giovani come questo decano del teatro abbia a suo tempo contribuito alla commercializzazione di eleganti Cofanetti di caramelle. La cronaca di questi giorni conduce a lui la memoria, ma si potrebbero citare molti altri grandi artisti prestati negli anni alla réclame, guidati per l’occasione da registi quali Federico Fellini, Pier Paolo Pasolini, Ermanno Olmi, Gillo Pontecorvo, Pupi Avati, Sergio Leone e altri ancora.

Grazie, penserà qualcuno, ma in quel caso non era la cultura a corteggiare il pop, bensì l’inverso. Vero. Però, come si diceva, il tempo scorre. E accade che le parti si invertano.

I musei d’arte, erroneamente pensati quali meri spazi per la conservazione di antichi oggetti, si stanno in realtà trasformando in fucine di innovazione cui guardare molto attentamente. Il recente video girato da Mahmood nello statuario del Museo Egizio di Torino è un chiaro esempio della loro capacità di maneggiare con destrezza passato e presente. Senza alcun timore che il secondo possa oscurare il primo, ma serenamente consapevoli del fatto che il futuro non potrà che essere frutto della somma dei due.

Ciascuno è ovviamente libero di non crederci, purché conscio del fatto che, come insegnava Seneca ben duemila anni orsono, “brevissima e ansiosissima è la vita di quelli che dimenticano il passato, non curano il presente e temono il futuro”.


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