Whatsup

Roberto Gentile,
Editorialista turistico, esperto di retail, community-manager, head-hunter

Cerchi lavoro e sei un dirigente? Cv e cover letter devi compilarli lo stesso

25/10/2021
10:42
 

Faccio (anche) l'head-hunter, quindi mi occupo di selezionare manager e dirigenti per conto di medio-grandi imprese turistiche. Solo nel turismo, e per fortuna che da qualche tempo le nostre aziende hanno ripreso ad assumere. Ora sono a caccia di un Direttore Operativo per una catena alberghiera con base a Bologna: ruolo di rilievo, posizione dirigenziale, stipendio e benefit cospicui.

Non capita spesso di selezionare profili così alti, quindi mi sono detto: “Bene, riceverò candidature tecnicamente perfette, sarà una passeggiata”. Non è stato così. Eppure l’annuncio pubblicato lo spiegava chiaramente: “I candidati sono pregati di inviare Cv in italiano e formato .doc, lettera motivazionale e foto recente all’indirizzo xy”. Invece no. E col “tu” mi rivolgo a coloro che si sono candidati.

Quelli che mandano il primo Cv che hanno a disposizione
Perdo un sacco di tempo a redigere la job description, due pagine che dicono tutto o quasi (retribuzione esclusa, in Italia non si usa): contesto aziendale, mansioni, KPI Key Performance Indicators, conoscenze e competenze professionali richieste, termini contrattuali. Allora perché devo ricevere un Cv dal telefonino? Soprattutto se chi me lo manda si è dimenticato, sotto la firma, l’annotazione “Inviato da iPhone”. Ti candidi per un ruolo di rilievo, del tuo Cv leggerò ogni singola riga e peserò ogni minimo dettaglio, e tu non hai tempo/voglia di andare al Pc e mandarmi un’email scritta bene? Mi vien da pensare che questo posto di lavoro ti interessi quanto un like su Facebook, ma magari mi sbaglio.

Quelli che il Cv non è aggiornato e/o personalizzato
Se c’è un documento soggetto a continui aggiornamenti, questo è il Cv: se occupi posizioni manageriali e hai più di 35 anni, avrai cambiato più aziende e io devo trovarne traccia dettagliata. Perché allora non so cosa hai fatto negli ultimi dodici mesi? Sul Cv leggo che hai lavorato da XY fino a ottobre 2020, e poi? Vacanza, periodo sabbatico, cambio di settore? Inoltre, se i lavori sono diversi, anche il Cv dev’essere diverso, quindi personalizzato. Se ti candidi per una posizione sales, voglio leggere in grassetto e corpo 14 tutte le esperienze commerciali, meglio se con qualche numero. Se ti candidi come GM, voglio leggere in grassetto e corpo 14 dove hai lavorato come GM, con quali responsabilità e con quali risultati. Meglio se con qualche numero. I numeri piacciono a tutti, head-hunter e clienti.  

Quelli che il Cv dice una cosa e il profilo su LinkedIn un’altra
L’unico social utile, per chi fa il mio mestiere, è LinkedIn: punto. Il profilo su LinkedIn dev’essere lo specchio digitale del Cv: ovvero, deve contenere tutto il percorso professionale, ma arricchito della parte multimediale. Allora perché ricevo Cv di 4 pagine e il profilo su LinkedIn è di poche righe striminzite? Perché spesso non ci trovo neanche una foto? Perché non c’è un articolo, una presentazione in Power Point, un’intervista che hai fatto a una radio, il video di una presentazione aziendale? Tutte cose che fai con un telefonino, ma che non hai tempo/voglia di mettere su LinkedIn.

Quelli che sul Cv non scrivono né la data di nascita né dove risiedono
Questa è una novità: quando mi occupavo di selezionare il personale (in Alpitour e in Viaggi del Ventaglio, tanti anni fa) tutti i candidati scrivevano quanti anni avevano e dove abitavano (anche per far sapere se spedirli ai Caraibi da Catania o da Verona...). Adesso no, ricevo Cv impestati di informazioni inutili (il liceo dove hai conseguito il diploma, la patente C presa al servizio militare, i tuoi hobby - calcio, pesca e collezionismo vintage), ma non luogo e data di nascita. E neanche dove abiti. Lo so io perché. Perché succede che i profili ricercati abbiano un limite di età (le aziende turistiche assumono malvolentieri gli over 50, se non sono dei geni) e preferiscano prendere qualcuno che non abita troppo lontano (se l’impresa è di Roma, difficile assuma uno di Trento). Chi non scrive età o residenza, nel 90% dei casi, spera di sfangarla: “Intanto mando il Cv, poi magari se mi prendono glielo dico...”. E io lo sgamo (si può dire sgamo?) in un attimo, perché faccio i conti con l’anno nel quale ti sei diplomato (e se non me lo scrivi sul Cv, lo trovo su LinkedIn) e poi vado su Facebook e mi faccio un giro nella tua collezione di foto: scommetti che ci prendo?

Quelli che mandano il CV in inglese e in .pdf, quando io lo voglio in italiano e in formato .doc editabile
Perché il Cv lo voglio in italiano? Perché il lavoro è in Italia, per un’azienda italiana e perché il 90% del tuo tempo lo passerai parlando e scrivendo in italiano. Perché mi mandi il Cv in inglese? Per dimostrare che sai la lingua? No, perché quello ce l’hai bello pronto (se lavori in un’azienda straniera, è d’obbligo) e ti fa fatica tradurlo, anzi, riscriverlo, in italiano. Secondo, perché lo voglio in formato .doc editabile e non .pdf? Perché ci devo lavorare sopra e migliorarlo. Perché magari hai usato una foto vecchia di anni, perché prima mi hai scritto i tuoi studi e poi il percorso professionale, perché non hai usato l’ordine cronologico inverso (errore gravissimo, ho bocciato candidati solo per questo!). Il tuo Cv - dopo il mio trattamento - migliora, quindi fidati.

Quelli che non mi mandano la lettera motivazionale o “cover letter”
Una buona candidatura, per ruoli da quadro in su, è composta da due elementi: il Cv e una lettera di accompagnamento; questa è fondamentale, perché se il Cv illustra chi sei, la lettera spiega perché ti ritieni adatto alla posizione per la quale ti candidi. Devi leggere bene l’annuncio, ancor meglio la job description e quindi scrivere: “Io so fare questo e so fare quest’altro, se mi assumeste potrei aiutarvi a fare questo e pure quest’altro”. Ho fatto assumere dirigenti sulla base della cover letter, e non del Cv. E c’è ancora chi mi scrive “In riferimento alla Vs ricerca, invio in allegato il mio Cv” e basta. Cercassi un maitre - con tutto rispetto per i maitre - magari mi accontenterei pure. Ma un manager o un dirigente, no. Una buona lettera d’accompagnamento è come la sinossi di un bel film: la leggi con piacere e ti fa venir voglia di vederlo.

Quelli che al colloquio di selezione non vengono perché il treno costa troppo
150 euro, da Roma a Milano e ritorno, su Italo o Frecciarossa. “Non me lo posso permettere, ho troppe spese, non è che il colloquio può farmelo su Zoom?” Incredibile, vero? Eppure mi è appena successo. A parte che io non sono una start-up lituana e i colloqui - viste le posizioni che cerco - li faccio solo in presenza; a parte il fatto che Zoom e tutte le piattaforme - dopo l’indigestione pandemica - mi fanno schifo. A parte questo, dicevo, forse avrei dovuto indicare al candidato risparmioso che - se alla fine fosse stato assunto - 150 euro li avrebbe guadagnati in due ore di lavoro? Vabbè, me ne sono dimenticato.

Mi fermo qui, la prossima puntata è dedicata ai colloqui di selezione.


TI INTERESSA QUESTA NOTIZIA? ISCRIVITI A TTG REPORT, LA NEWSLETTER QUOTIDIANA

Commenti di Facebook


I blog di TTG Italia non rappresentano una testata giornalistica poiché sono aggiornati senza alcuna periodicità. Non possono pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 07.03.2001. Le opinioni ivi espresse sono sotto la responsabilità dei rispettivi autori