Il doppio binario della distribuzione

di Valeria Di Rosa
23/05/2011
10:15
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L'Italia si divide a metà sulla Croazia. Se nel Nord-Ovest e sul Tirreno il prodotto stenta a decollare, il lato Adriatico della Penisola e il Nord-Est riesce a venderla con successo come destinazione di prossimità.


"È una meta che funziona - dice Elisa Volz, addetta vendite di Ulysses Travel a Pesaro - perché per noi è quasi di casa. Con i traghetti diretti da Ancona e un servizio di collegamenti anche da Pesaro, è facile vendere pacchetti". C'è chi, sul lato adriatico della Penisola, sulla Croazia ha costruito un vero e proprio business: "Abbiamo un piccolo tour operator sulla destinazione - spiega Fatma Vari, responsabile del prodotto per Maurotour di Ancona - e lavoriamo davvero molto sul Paese, in particolare con minitour, crociere in barca a vela sulle isole o in caicco. D'altra parte, i prezzi sono competitivi".


La questione prezzi è però dibattuta: "Fino a qualche anno fa era davvero una meta low budget - spiega Silvia Magni, addetto vendite di Cornacchini Viaggi a Modena - ma oggi si sta allineando. Diciamo che ad agosto si trovano affitti anche a 1000 euro a settimana, e non è così poco. Però la vita costa decisamente meno". Ed è per questo, secondo le agenzie, che il target giovani è la principale componente del traffico verso il Paese. "È decisamente una destinazione per un target giovane - illustra Alessandra Bergogelli, responsabile turismo di Odissea Viaggi a Milano - mentre le famiglie prediligono altre destinazioni. I costi sono competitivi perché le strutture sono di livello medio, mentre manca completamente l'up level".


Ma a non favorire il passaggio in agenzia è anche e soprattutto la mancanza di villaggi all inclusive e di strutture di operatori italiani. "Il villaggio è il top per la clientela delle famiglie, che poi è, di fatto, la stragrande maggioranza di chi passa in agenzia - dice Silva Garonna, addetta vendite di Barbur Viaggi a Padova - però noi facciamo alcune pratiche, soprattutto per strutture immerse nel verde".
La nota dominante, comunque, resta sempre quella territoriale. Da Bari, dove il traghetto collega direttamente con Dubrovnik, la Croazia è scelta sia dai giovani che dalle famiglie: "Per noi è decisamente una delle prime mete - racconta Gemma Ricci, contitolare di Gemma e Gianluca Viaggi -; si presenta come un'alternativa valida per permettersi una vacanza contenendo i costi".

 

Focus traghetti

 

"Sì, è vero che i prezzi dei soggiorni sono interessanti, ma poi con i traghetti si arriva a cifre non competitive". Mette sul piatto il discorso del caro traghetti Andrea Saba, titolare di Magda Viaggi a Roma, un problema che sembra condizionare abbastanza la destinazione. Ma su questo tema non c'è unanimità: "Forse la tratta è un po' più cara di quella verso le isole greche - dice Ricci di Gemma e Gianluca Viaggi a Bari - ma è comunque accessibile". Il problema, in realtà, è quello dell'accessibilità generale del Paese. "Raggiungere la destinazione non è comodo, almeno da qui - incalza Anna Lucia Langiu, contitolare di Portuense Viaggi, sempre di Roma - e chi è abituato al charter si scoraggia e sceglie altro".

 

Strutture sotto esame

 

La richiesta che arriva dalle adv è migliorare la qualità delle strutture. "La qualità è da rivedere" commenta Santo Viaroli di Mavitur. Ma secondo Silva Garonna di Barbur Viaggi "l'offerta è stata implementata e ci sono strutture anche di livello superiore". Non è però Paese da 5 stelle lusso.

 

"Pochi investimenti promozionali sulla meta"

 

Fra le agenzie, c'è anche chi fa una specie di mea culpa. "Se devo essere sincero - dice Samuele Cambria, addetto vendite di Vasari Viaggi ad Arezzo - da un lato i clienti non mi richiedono più di tanto la Croazia, ma dall'altro anche io non la propongo. Non è una destinazione particolarmente spinta dal tour operating, e manca la promozione". Un j'accuse condiviso, quindi, fra la distribuzione e la promozione. "Devo dire che mancano forti investimenti da parte degli operatori - sottolinea Anna Lucia Langiu di Portuense Viaggi a Roma -; c'è poco riscontro". La mancanza di investimenti produce, come conseguenza, una linea di turismo poco adatta al mercato italiano. Niente villaggi e charter vogliono dire pochi clienti in agenzia."Devo dire che di cataloghi ce ne sono diversi - dice per contro Santo Viaroli, titolare di Mavitur a Milano - e ci sono destinazioni per tutti i  target; però io credo che sia proprio un mercato che non passa in agenzia". Salvo nel sottodata, "quando arrivano - spiega Alessandra Borgogelli della milanese Odissea Viaggi - con la coda fra le gambe a prenotare".

 

Pubblicato il 23/05/2011

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