Estate ancora fredda

26/04/2012
14:08
La stagione fatica a decollare e le agenzie di viaggi registrano un severo ritardo sul booking. Il Mare Nostrum rimane, però, l’area più gettonata
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Il carattere dominante della stagione prediletta del Mediterraneo sarà l’incertezza.

Lo dicono le agenzie di viaggi, lo conferma Meta, l’associazione che raggruppa gli operatori turistici dei Paesi che si affacciano sulle sponde del Mare Nostrum. Perché l’estate, il periodo forte delle mete mediterranee, quest’anno non è ancora partita. Malgrado le politiche di advance booking sempre più estese, malgrado gli investimenti in promozione del Paesi, la stagione resta al palo, bloccata, almeno secondo le agenzie, dalle incertezze economiche del periodo, che rendono le famiglie meno disposte a pensare alle vacanze estive. Così, in attesa di un last minute che tutti si attendono come una corsa forsennata sia all’offerta che alla vacanza a tutti i costi, le agenzie sviluppano la loro mappa delle destinazioni nel bacino del Mediterraneo.

Spagna, davanti a tutti, e poi la Grecia, malgrado qualche timore per la situazione sociopolitica ancora incerta. E per entrambe le destinazioni la scelta privilegiata sono le isole, su un fronte le Baleari, sull’altro Cicladi, Ionie e Sporadi, lontane da tutte le turbolenze economiche e da tutte le proteste di piazza. Ma i prezzi rimangono un ostacolo: le adv fugano tutte le illusioni della vigilia e confermano una sostanziale stabilità dei costi a pacchetto sul prodotto mare. Fra le destinazioni mediterranee si riaffacciano, quasi a sorpresa, le crociere, che quest’anno convincono particolarmente per la convenienza rispetto al prodotto spiaggia tradizionale.

È vera tempesta, invece, sul mare Italia. I dettaglianti non indorano la pillola: prezzi fuori mercato, qualità e servizi non soddisfacenti e albergatori che si mettono in rotta di collissione con l’industria turistica, puntando sul cliente finale con forti sconti. In questo contesto, le previsioni di Meta riverberano la situazione di incertezza del panorama europeo. "Possiamo abbozzare una previsione indicando tra l’1 e il 2 per cento l’aumento del traffico infraeuropeo" non si sbilancia il presidente dell’associazione Etienne Pauchant.

Anche perché, accanto alle tensioni economiche, restano ancora aperte le incognite sulla sponda Sud del Mediterraneo, dove gli strascichi della Primavera araba ancora preoccupano i clienti europei.

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