Meta: "Regna ancora l'incertezza"

di Diego Remondino
26/04/2012
14:47
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Nell’area mediterranea regna l’incertezza più totale. Il mercato è ancora fermo e i primi, significativi movimenti si potranno avere a partire da maggio o giugno.

Questo, in sintesi, il giudizio di Etienne Pauchant, presidente di Meta, sulla prossima stagione estiva nel Mediterraneo. L’associazione Meta, con sede in Francia a Sophia Antipolis, raggruppa gli operatori turistici di 30 Paesi dell’area mediterranea. Paesi che si affacciano direttamente sul Mare Nostrum o che, anche se non sono bagnati dalle acque del Mediterraneo, possono essere considerati parte integrante di quest’area.

Due punti fermi
per il settore
Se è troppo presto per prevedere quale sarà l’andamento dei flussi turistici nei prossimi mesi, Pauchant individua comunque due punti fermi: “La tendenza sarà quella di trascorrere le vacanze a casa propria, oppure scegliere una destinazione europea”. Con una predilezione per i Paesi dell’area mediterranea: “Possiamo abbozzare una previsione, indicando tra l’1 e il 2 per cento l’aumento del traffico outbound in Europa”.

Ancora prudenza, intanto, e massima attenzione agli sviluppi della situazione economica in Europa: “È difficile prevedere l’evoluzione finanziaria di alcuni Paesi del Sud dell’Europa - prosegue il presidente di Meta - e, quindi, se rispetteranno le indicazioni dettate direttamente dall’Ue. Se questo non avverrà, allora la crisi si aggraverà. Se tutti gli accordi saranno, invece, rispettati, allora possiamo prevedere una crescita, anche dei movimenti turistici, per la fine del 2012”.

Un andamento
diversificato
Pauchant indica anche un secondo fattore che rallenta il mercato: “I turisti europei hanno timore che nei Paesi del Mediterraneo del Sud e dell’Est (interessati nel 2011 dalla primavera araba, ndr) possa crescere il fondamentalismo arabo”.

Se, infatti, lo scorso anno, i 30 Paesi che fanno parte di Meta hanno registrato complessivamente un aumento degli arrivi internazionali (4,5 milioni in più rispetto al 2010) l’andamento è stato diverso a seconda della zona: sulle coste europee del Mediterraneo, l’incremento è stato di 10,9 milioni di arrivi, mentre 2,5 milioni si sono registrati nei Balcani. Invece, la zona Sud del Mediterraneo ha perso 6,5 milioni di arrivi a cui vanno aggiunti i 2,4 milioni dell’area Est.

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