American dream in cattedra

di Oriana Davini
18/03/2013
13:07
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L’amore degli italiani per gli Stati Uniti non conosce momenti di stanchezza e, nonostante i numeri degli arrivi registrino un lieve calo dopo due anni di crescita costante, le relazioni tra gli operatori turistici dei due Paesi confermano un dato di fatto: gli Usa rimangono la destinazione di lungo raggio preferita dai connazionali in vacanza.

Tipologie di clientela

Se i viaggi di nozze restano lo zoccolo duro sul quale puntare, la vera gallina dalle uova d’oro sono i repeater, uno scrigno sicuro dal quale attingere per proporre nuovi itinerari in destinazioni minori.

Ma crescono anche gli altri target: gli amanti del fly&drive, i giovani, che, rispetto ai genitori, hanno meno problemi con le lingue straniere, le famiglie con bambini. Segnale chiaro di un rapporto che, tra crisi e cambiamenti di mercato, è in grado di rimanere saldo e al passo coi tempi, grazie a piccole trasformazioni che non scalfiscono l’appeal del sogno americano.

Un piccolo stop

La battuta d’arresto degli arrivi italiani negli Usa ha fatto segnare un decremento del 6,9 per cento tra gennaio e settembre 2012: una flessione che non preoccupa Sandro Saccoccio, presidente di Visit Usa Italia.

“Dopo anni di crescita eccezionale un lieve calo è fisiologico - commenta -: evidentemente conta anche la difficile congiuntura economica così come la riduzione della capacità aerea, soprattutto in bassa stagione”.  

Un fattore, quest’ultimo che, secondo Saccoccio, ha influito soprattutto sugli acquisti d’impulso, quelli legati ai long weekend a New York, “per cui si trova un buon volo e lo si acquista senza troppa programmazione. Intendiamoci, noi abbiamo un ottimo rapporto coi vettori, ma le loro logiche sono legate al revenue management, quindi all’ottenimento di risultati immediati”.

Impegni 2013

L’obiettivo per il 2013 è la stabilità e la salvaguardia del lavoro svolto finora: la crisi economica ha pesato sui risultati del 2012 non solo italiani, ma anche di altri Paesi come Francia, Gran Bretagna, Paesi Bassi e Spagna, dove i decrementi sono stati più o meno sostenuti.

Le previsioni per l’immediato futuro sono però incoraggianti: l’Italia è in 11esima posizione per numero di visitatori ma, dicono gli operatori intervenuti al recente Showcase Usa-Italy a Milano, per i prossimi due anni si prevede una crescita contenuta e il ritorno a un aumento sostanziale a partire dal 2015.

I segmenti forti

Il merito va all’entusiasmo che l’american dream è sempre in grado di suscitare nell’immaginario collettivo e a quei settori che tengono alta la bandiera italiana in terra statunitense.
“I viaggi di nozze non calano mai - evidenzia Saccoccio - e i giovani continuano a coltivare il mito dell’America. Poi ci sono i repeater, un elemento fondamentale sul quale puntiamo molto, perché fare un viaggio negli Stati Uniti significa scoprire nuovi motivi per ritornare”.

Saccoccio non dimentica di citare anche il lavoro svolto dal trade italiano per promuovere la destinazione, attraverso formazione continua e investimenti: “Gli Usa sono programmati da tanti operatori italiani specializzati: ci vantiamo di avere soci così professionali, che fanno ricerca e promozione continua”.

Gli appuntamenti

A proposito di promozione e di formazione del trade, a fine marzo partirà il roadshow di Visit Usa che si svolgerà in sei città italiane: Brescia, Parma, Bologna, Roma, Pescara e Ancona.

L’associazione lancia anche una promozione dedicata agli agenti di viaggi che terminano la formazione online entro il mese di giugno e mette in palio biglietti aerei per gli Stati Uniti riservati ai dettaglianti che vorranno approfondire la conoscenza delprodotto direttamente nel Paese.

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