Agenti segreti TTG
Cambiare sempre,
la legge di Antonio

di Amina D'Addario
04/07/2016
08:02
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"Non mi sta cambiando i fatturati, ma è il modo che utilizzo per stimolare la clientela, anche quella abituale, che ormai comunica solo con Facebook".

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Antonio Acomonti, 49 anni, una laurea in biotecnologie alimentari e un passato di quindici anni come personal trainer trascorso a contatto con il pubblico e "viaggiando ogni due per tre", sa bene quanto contino i social per un'attività che voglia tenersi al passo con i tempi.

E così è per la sua Panto's Viaggi, agenzia sulla via centrale di Paderno Dugnano, comune dell'hinterland milanese con quasi cinquantamila abitanti e altre cinque concorrenti sul territorio, aperta nel 1997, quando le tecniche di comunicazione erano ben diverse rispetto a oggi e il Mark Zuckerberg di Facebook aveva solo 13 anni.

Gli investimenti sulla comunicazione
"La parte marketing - racconta Antonio - abbiamo sempre cercato di svilupparla in varie forme, dedicandoci conoscenze, inventiva e risorse. Ma in vent'anni abbiamo anche attraversato fasi diverse rendendoci conto che le tecniche di comunicazione di prima adesso non funzionano più. Da qualche anno a questa a questa parte abbiamo quindi abbandonato la classica pubblicità fatta con i volantini e le affissioni e cercato di orientare gli investimenti sul sito, che rifacciamo ogni due anni perché sia sempre compatibile con tutti i device, e sul marketing digitale".

Due anni fa "abbiamo poi preso una persona che si occupa solo di online e propone quello che facciamo e che vogliamo abbia risonanza al pubblico di Instagram o di Facebook, che sono i canali che utilizziamo". Così, sulla classica pagina Facebook aperta all'interazione con i clienti, "ogni foto condivisa e commentata diventa un pretesto per chiedere informazioni sulla prossima vacanza e per lanciare delle iniziative che permettono agli amici dell'agenzia di scaricare buoni omaggi da utilizzare".

La mentalità vecchio stampo dei colleghi
Meccanismi all'apparenza semplici, ma che, per Antonio, vengono ancora ignorati da buona parte della distribuzione. "Molti colleghi non la pensano così e ritengono che investire sul digitale sia un po' come buttare i soldi o che, con questi chiari di luna, siano spese accessorie, da comprimere".

Ma quella sui social è invece "una parte di lavoro che reputo si debba necessariamente fare per restare sul mercato e rimanere collegati con tutta quella gente che, piaccia o meno, vive ormai solo in modo virtuale". Avere una persona dedicata sulla comunicazione che viaggia su internet, poi, "rende esattamente come qualsiasi altro investimento pubblicitario, tanto più ora che vendiamo tutti le stesse cose e che la fetta della torta si è ormai ridotta".

I restyling
Alle spese in comunicazione, si affiancano poi le risorse riversate di continuo nel cambio look del punto vendita. "Rifacciamo l'agenzia ogni 3/4 anni. Al momento non abbiamo immagini di viaggi appese ai muri, ma opere di pop art. Alle righe grandi di prima, abbiamo sostituito i toni uniformi del grigio delle pareti e il bianco delle sedute di design. Un ambiente minimale studiato per accogliere il cliente in un salotto, prima ancora che in un luogo dove si vendono viaggi". Una trasformazione costante che non necessita, però, di budget milionari. "Con l'aiuto di un architetto e senza somme da capogiro, al di sotto dei 10 mila euro, si può tranquillamente rivoluzionare l'ambiente".

Ma guai a pensare che si tratti di un capriccio esclusivamente estetico.
"Vedo colleghi che spendono sempre meno nella propria attività, ma secondo me non si può pensare di attirare la clientela avendo le stesse sedie d'ufficio e lo stesso arredamento che sta lì da trent'anni fa. Da sempre sono abituato a mettere sul tavolo un budget e a pensare che da quello ci sia un ritorno. E anche se i volumi sono diversi rispetto a quelli di qualche anno fa, non credo che contraendo le spese si possa invertire la rotta".

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