L’agenzia di Michele
e quel legame
invisibile
con i clienti

di Francesco Zucco
11/09/2017
08:03
 

Michele Caldarelli (nella foto) lavora da solo. Anche perché, con un’autocritica non comune, ammette: “Non so delegare”. Eppure, in passato, ha lavorato in un’agenzia da 35 dipendenti, una delle più grandi dell’Umbria. Ma quando ha creato la sua Mik Viaggi a Gubbio, ha deciso che avrebbe sbrigato tutto da solo. Anche la contabilità, grazie alla sua laurea in Economia e Commercio.

Pubblicità

Ma questo non vuol dire che per Michele il rapporto umano non sia importante. Al contrario, le sue vicende personali l’hanno portato a stringere un forte legame con i suoi clienti. Un legame basato sulla fiducia e sulla reciproca conoscenza.

Nascita di un'agente di viaggi
La storia di Michele, classe 1972, inizia subito dopo la laurea. “Quando ho finito l’università - ricorda -, mio padre mi diede un mese di tempo per decidere cosa fare. Io, che ho sempre viaggiato tanto, sono andato nella mia agenzia di viaggi e ho chiesto se mi prendevano a lavorare con loro. Hanno detto di sì. E così ho passato un anno a inviare fax. Poi ho lavorato alla Consul Travel di Perugia e infine ho aperto la mia agenzia”.

Forte anche dell’aiuto del fratello architetto, al momento di creare il suo punto vendita Michele ha dato un’impronta particolare, utilizzando i cataloghi come elemento di arredo. “La carta è importante, cerco sempre di privilegiare i tour operator che fanno ancora questo investimento. Guardando i cataloghi, il cliente inizia a fantasticare. Per questo ho chiesto a mio fratello di valorizzarli”.

Il rapporto con i clienti
Mik Viaggi sorge in una “piccola città”, come Michele stesso definisce Gubbio. E nei piccoli centri urbani la conoscenza reciproca assume un valore particolare. “Io ricevo anche la sera dopo cena. Ieri sera ero qui a fare un’Esta per i clienti”.

Ma questo, in fondo, non è ancora nulla rispetto al recente passato. “Ho riaperto il 29 aprile, dopo un lungo periodo di malattia. Tengo ancora i braccialetti dell’ospedale qui con me, per ricordarmi di non esagerare con il lavoro”.

Eppure Michele non ha mai smesso di lavorare. Le cure lo hanno portato a dover affrontare, in totale, 160 giorni di isolamento totale. Giornate che Michele ha passato con il computer e il cellulare, al servizio dei clienti. “Ricordo che il primo giorno di isolamento non funzionava il wi-fi. Stavo per mettermi a piangere, avevo persone che dovevano partire. Ma nessuno è rimasto a casa”.

Il lavoro e i suoi clienti sono anche stata ‘l’arma’ adottata per affrontare un momento difficile. “Lavoravo 24 ore su 24, il tempo passava meglio. Non ho mai creato disservizi ai clienti. Mi chiavano anche all’una di notte. E ho ricevuto ancora più affetto dalle persone”.

‘Amici miei’, atto 24
Una sezione del sito della Mik Viaggi rivela come i rapporti personali siano importanti per Michele. È quella denominata ‘Amici miei’, che ripercorre una tradizione lunga quasi un quarto di secolo. “Sono ‘zingarate’ che facciamo insieme a un gruppo di amici - spiega Michele -, come quelle della celebre serie di film. Siamo arrivati all’atto 24, anche se abbiamo dovuto sospendere recentemente per ovvi motivi…”


TI INTERESSA QUESTA NOTIZIA? ISCRIVITI A TTG REPORT, LA NEWSLETTER QUOTIDIANA

Commenti di Facebook