Labirinto dei pagamenti
Così si orientano le adv

di Daniele Marucco
23/04/2015
10:52
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In costante sviluppo, al di là degli obblighi di legge. Giorno dopo giorno cresce il numero di persone che pagano vacanze, camere d'hotel, biglietti aerei e ferroviari con bancomat o carte di credito.

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Nella distribuzione, però, c'è chi preferisce un sistema di pagamento rispetto all'altro, anche a seconda del prodotto che il cliente intende acquistare. “Meglio il bancomat - sostiene Angela Piscopo, titolare di Deviné Viaggi a Caserta -: ha commissioni più basse rispetto a qualsiasi carta di credito”. Sulla stessa lunghezza d’onda la milanese Laura di Molfetta, cotitolare di Tu Viaggi, che non accetta la carta per i pagamenti della biglietteria ferroviaria e “se il cliente è disponibile, lo invitiamo a usare bancomat, assegno o bonifico anche sul resto”. Nell'agenzia di Valeria Gangeri, titolare di Gangeri Travel a Reggio Calabria, si fa lo stesso e addirittura, una volta, “una ragazzina voleva pagarmi 30 euro con la carta per una lista nozze: mi sono rifiutata di fare la transazione”.

Il perugino Luciano Carlicchi, titolare di Grifo Viaggi, non accetta soltanto i pagamenti con quelle carte che presentano commissioni troppo alte: “Spieghiamo al cliente il motivo e chiediamo un'altra forma di pagamento: di solito capisce e ci viene incontro”. Al contrario, c’è chi non le disdegna: “Noi preferiamo che il cliente paghi la prenotazione alberghiera con la carta - spiega Antonio Adabbo, direttore tecnico della Aladino Viaggi a Napoli -. Prima, infatti, prendevamo i contanti e li dovevamo versare sul nostro conto, e poi effettuare il bonifico; oggi, invece, è tutto più immediato e rappresenta per noi un risparmio”.

Anche il torinese Ernesto Mosso, titolare di Crocetta Viaggi, gradisce le carte: “Oltre a offrire la certezza del pagamento, garantiscono una disponibilità di soldi immediata. Inoltre, il cliente è portato a spendere un po' di più. È una questione psicologica: facendo semplicemente strisciare una carta, non ha una chiara percezione di quanto sta lasciando, al contrario di assegni o contanti”.

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