Dalle low cost al post pay: come l'Italia ha cambiato Expedia per sempre

11/11/2016
08:32
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È nata negli Stati Uniti vent'anni fa in casa Microsoft ed è approdata in Italia un lustro più tardi: Expedia si prepara a spegnere quindici candeline sulla torta di compleanno che sancisce la sua presenza nella Penisola. Un percorso portato avanti con investimenti costanti sul fronte della tecnologia e la collaborazione con le agenzie: "una politica dove siamo stati pionieri" ricorda Fabrizio Giulio, managing director Southern Europe.

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Ma anche con una serie di modifiche che, nate a livello locale, sono state poi integrate nelle normali politiche applicate da Expedia in tutto il mondo.

Un mercato che lascia il segno
In primis, il rapporto con le low cost, fondamentale per una società il cui core business sono da sempre i pacchetti dinamici: "La partnership con i vettori no frills era ritenuta superflua negli Stati Uniti, non se ne vedeva la necessità - racconta Giulio -. Lo sbarco in Italia, però, ci ha fatti incontrare con un mercato che subiva molto l'appeal di queste compagnie, quindi abbiamo dovuto integrarle nella nostra piattaforma".

Stessa dinamica per quanto riguarda il modello di pagamento degli hotel: "Abbiamo dovuto introdurre il post pay perché per gli italiani l'idea di pagare in anticipo, soprattutto per quanto riguarda gli alberghi del mercato domestico, creava disagio".

Il terzo mercato europeo
Due cambiamenti che hanno dato i loro frutti: oggi l'Italia, che l'anno scorso ha superato il milione di transazioni annue, è il terzo mercato europeo per Expedia, dietro Gran Bretagna e Germania, ma davanti a un colosso come la Francia, "che rispetto alla Penisola ha un segmento di travel online grande il triplo".

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