CleanBnB e il business degli affitti brevi: 13mila i soggiorni gestiti

21/05/2019
15:15
 

Quello degli affitti brevi è un settore tipicamente anticiclico: in un momento di generalizzata crisi congiunturale, infatti, il comparto funziona e porta in Italia denaro dall’estero. A tracciare il quadro della situazione è Francesco Zorgno, presidente e founder di CleanBnB, intervenuto al convegno romano sui ‘Nuovi scenari del panorama immobiliare’.

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Uno strumento che fa aumentare il reddito
“Lo scorso anno - spiega - abbiamo gestito circa 13mila soggiorni e non abbiamo avuto problemi di morosità”. Uno dei vantaggi del settore, infatti, è che l’inquilino paga in anticipo. Ma non è l’unico: la locazione a breve termine rappresenta una vera e propria valvola di sfogo per il mercato: “In uno scenario in cui i gravami sugli immobili sono particolarmente onerosi e i prezzi di vendita non entusiasmanti - osserva Zorgno - nessuno può permettersi il lusso di avere una seconda casa vuota. L’affitto breve diventa, dunque, uno dei pochi strumento in grado di aumentare il reddito degli italiani”.

Questo anche perché l’incoming è aumentato, negli ultimi tempi, in modo considerevole “soprattutto dall’estero, ma anche all’interno del territorio nazionale. Soggetti come CleanBnB devono avere la capacità di intercettare, con un’offerta di ospitalità di elevato livello, questi flussi che rappresentano il motore dell’affitto a breve termine”.

Un lavoro non semplice
Tutto bene, dunque? Non proprio, perché l’affitto breve è più complicato da gestire rispetto alla locazione a lungo termine. “Bisogna dedicarci tempo, pubblicare e gestire gli annunci, mettere in atto strategie di revenue management con gestione dinamica dei prezzi, occuparsi degli ospiti e accoglierli. Un lavoro che non tutti possono permettersi di seguire; ecco perché - continua Zorgno - sono nati property manager come CleanBnB, che gestiscono tutto liberando il proprietario da ogni pensiero.

L’affitto breve, infine, rappresenta un’ottima soluzione in attesa di una vendita dell’immobile perché il proprietario non è vincolato da un contratto di quattro o di sei anni "e può vendere in qualunque momento gli si presenti una buona offerta”.


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