Perché il turismo dovrebbe cambiare opinione su Google

di Francesco Zucco
29/01/2020
08:35
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Quando Google si muove, niente resta come prima. Nemmeno Google stesso è al sicuro, sia chiaro. Big G si è reso protagonista di clamorosi dietrofront, come quello su Google+, il social network che doveva sfidare Facebook e che invece finì nel dimenticatoio piuttosto rapidamente. Ora il motore di ricerca ha allungato il passo nel turismo: alcune aziende del settore hanno manifestato timori, altre hanno ostentato sicurezza. Ma Google è uno di quei player in grado di cambiare le regole del gioco.

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Quando Google si muove, niente resta come prima perché Google non è un player online: Mountain View è un universo, è un modo di concepire il mercato, è una visione del mondo del lavoro. È un modello come non ce ne sono altri al mondo. È un’azienda che pur mettendo a disposizione il suo servizio principale, la ricerca, in modo totalmente gratuito, fattura miliardi su miliardi.

Quando Google si muove, niente resta come prima perché Big G è sempre un gradino sopra chiunque altro: nessun portale potrà competere con Google perché, per essere raggiunto, deve passare necessariamente da Google. I normali big player dell’online possono dominare il loro campo di gioco, ma Google controlla le porte d’accesso.  

Quando Google si muove, niente resta come prima perché il motore di ricerca per antonomasia ha dimostrato di essere in grado di innovare anche a costo di sbagliare.

Quando Google si muove, niente resta come prima perché internet ha sparigliato i giochi non con l’ecommerce, ma con l’azzeramento delle distanze: la prima variabile in gioco, dunque, è diventata la ricerca del prezzo migliore. E quando si parla di ricerca, Google è il leader indiscusso.

Quando Google si muove, niente resta come prima perché il re del web guarda sempre più in là di chiunque altro. Ed è la cosa più difficile da fare, come sa bene chi lavora nel turismo: guardare oltre il prossimo trimestre, oltre il prossimo bilancio. Non limitarsi a sopravvivere, ma creare una strategia in grado di assicurare longevità ed essere disposti a cambiarla.

Google per il turismo probabilmente non è né un amico né un nemico. È semplicemente un’azienda. Da cui, magari, si può anche imparare qualcosa.

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