Adv Unite: “Il turismo dimenticato, chiediamo lo stato di crisi”

06/12/2021
12:05
 

“Chiediamo lo stato di crisi”. Così Adv Unite in una nota in cui condanna duramente le scelte del Governo Draghi. “Anche con l'ultimo decreto fiscale il turismo viene dimenticato: una vergogna - tuona l'associazione -. Ci hanno vietato di lavorare e non ci aiutano”.

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“Si vede - continua l’associazione - che il grido delle principali associazioni di categoria non è stato ascoltato per l’ennesima volta, sia per la mancata proroga della cassa integrazione Covid, che dei mancati ristori equi per tutto il comparto. I politici che ci rappresentano hanno ritenuto opportuno girarsi dall'altra parte dimenticando il settore turistico con in testa chi promuove il turismo: le agenzie di viaggi”.

“A questo punto – continua duramente Adv Unite - è facile pensare che per il nostro il governo rappresentiamo una zavorra e non un fiore all'occhiello del nostro bel paese, e così facendo si e deciso di mandare in mezzo la strada circa 100.000 lavoratori: ma in tutto questo i nostri dipendenti hanno capito che devono farsi rappresentare dai sindacati dei lavoratori e non dalle associazione datoriali? Lo chiedo per unire al nostro grido di allarme i sindacati che già sono nostri partner negli enti bilaterali”.

Stato di crisi
L'unica cosa che resta, secondo l’associazione, “è avere lo stato di crisi, ma questa volta non a chiacchiere ma con fatti concreti. Ormai la partita volge al termine, pertanto il nostro è l’appello rivolto a tutta la filiera per ribellarci a questa ennesima presa in giro verso un settore che a detta del governo rappresenta il 15% del Pil e la terza industria del paese, a costo zero e va aiutata. Va aiutata anche perché il governo italiano ci vieta di lavorare disattendendo a quanto sancito dalla costituzione italiana”.

“Un comparto che non può pagare più le tasse, non potrà pagare le prossime cartelle esattoriali, non potrà pagare i mutui che da gennaio arriveranno sulle nostre scrivanie. In ultimo - conclude l'associazione - vorremmo anche ricordare che a noi è vietato lavorare, ma i clienti che partono da soli non avendo controlli ci prendono ulteriormente in giro. In breve, senza Cig  e senza ristori, purtroppo 7.000 microimprese falliranno e vinceranno i colossi stranieri che non pagano le tasse in Italia”.


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