Fiavet, Jelinic:
“L’Italia accetti
anche i vaccini
russo e cinese”

01/02/2022
15:43
 

Ormai è chiaro da tempo: le città d’arte sono le maggiori vittime della situazione pandemica mondiale, e lo sono per un motivo ben preciso, ossia la mancanza assoluta di due mercati essenziali come quello asiatico e il russo. Parte da questo presupposto l’accorato appello di Ivana Jelinic, presidente Fiavet (nella foto) al Governo italiano affinché accetti anche i vaccini russo e cinese per il Green pass, consentendo in questo modo di sbloccare una situazione di stallo che si sta protraendo da tanto, troppo tempo.

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Mercati del tutto assenti
Una situazione che, spiega la presidente, sta creando danni enormi: “Soffrono le infrastrutture, i servizi, e si aggiunge un danno a chi è già in una situazione grave - dichiara la presidente di Fiavet -. Su alcuni mercati siamo in perdita netta, ma il mercato russo e il cinese non esistono più. Si tratta di flussi turistici che pesano moltissimo nella bilancia dei pagamenti per i numerosi servizi associati ai viaggi, come personal shopper, biglietti per eventi, musei, visite personalizzate”.

Per avere un’idea dell’importanza di questi bacini basti pensare che in città come Roma il turismo cinese era diventato il terzo mercato per arrivi nel 2019 e che da Venezia era partito l’Anno del Turismo Europeo nel 2018, ridisegnando la Via della Seta.

"Difficile diversificare l'attività"
La dipendenza delle città d’arte dalle componenti asiatica e russa rende difficile, se non impossibile, la diversificazione per tutte quelle agenzie di viaggi e operatori che, sottolinea Jelinic, “hanno un prodotto esclusivamente incentrato su questi mercati”.

E aggiunge: “Il rischio di svendita del nostro patrimonio turistico a multinazionali straniere è dietro l’angolo e i divieti non possono non imporci una riflessione sulle conseguenze di  queste scelte”.

Stop alle restrizioni
Alla luce anche delle raccomandazioni Unwto, che suggeriscono ai Paesi di revocare o almeno allentare le restrizioni, Jelinic insiste sul fatto che occorra eliminarle anche in Italia e farlo il prima possibile, altrimenti il rischio è di perdere la gara con i competitor: “Se non apriamo a tutti gli stranieri e in particolare al mercato russo e asiatico altri Paesi concorrenti lo faranno - conclude la presidente Fiavet – e, oltre a perdere punti nella classifica mondiale del turismo, perderemo l’occasione di una ripresa sostenibile e integrata con quella del resto del mondo”.


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