Adv contro Rai: "No al canone"

di Francesco Zucco
21/02/2012
15:53

Probabilmente poche agenzie di viaggi avrebbero mai immaginato, un giorno, di dover pagare il canone Rai. Eppure è successo anche questo. Provocando la reazione della Fiavet guidata dal neo presidente Fortunato Giovannoni (nella foto).  

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Forte del Regio decreto-legge datato 21 febbraio 1938 (che lega il pagamento del canone al semplice possesso di un apparecchio in grado di ricevere le trasmissioni), la Rai sta inviando in questi giorni a diverse aziende italiane, tra cui anche le agenzie di viaggi, i bollettini per il pagamento del canone. Una scelta che parte da una semplice considerazione: computer, tablet e cellulari (oggetti presenti in praticamente tutte le aziende italiane) sono apparecchi in grado di ricevere le trasmissioni televisive attraverso il web, e quindi il loro possesso comporta il pagamento del canone Rai.

L'invio dei bollettini ha scatenato l'ennesima polemica legata alla tanto discussa tassa di possesso: il popolo di internet, twitter in testa, non ha tardato a bombardare la rete di invettive e lamentele. Tante le teorie portate avanti contro il pagamento del canone legato al semplice possesso del computer: i tempi, certo, sono cambiati e internet è uno strumento indispensabile per il lavoro di qualunque azienda (fondamentale, negli ultimi tempi, anche per diversi adempimenti di legge). Ma la Rai non ha cambiato rotta: la legge che regolamenta il pagamento del canone è quella, e la sostanza non cambia. Anche se cambia la tecnologia.

Per le agenzie di viaggi è intervenuto il neo presidente Fiavet Fortunato Giovannoni, che ha chiamato in causa direttamente il ministro Piero Gnudi. “Come si può pensare di riuscire ad incrementare il Pil generato dal turismo in Italia ­ afferma Giovannoni - quando si continua ad imporre alle aziende oneri che non hanno nulla a che vedere con la loro attività?”.

Per Giovannoni, la richiesta del pagamento del canone alle agenzie contrasta con i proclami per la crescita del settore. “In un momento di crisi come quello che stiamo attraversando ­ sostiene il presidente ­, obbligare gli operatori dell'intermediazione turistica al pagamento di questo inutile ulteriore balzello significa sacrificare risorse che le imprese potrebbero invece destinare agli investimenti nel settore turistico, necessari per raggiungere l'obiettivo di portare dal 13 al 18% il Pil del comparto, come auspicato solo alcuni giorni fa dal Ministro del Turismo Piero Gnudi”.

Il presidente sottolinea inoltre come computer e cellulari siano “strumenti ormai divenuti imprescindibili per svolgere il nostro lavoro di agenti di viaggio”. La battaglia è aperta.

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Altri temi: canone rai

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