Comunicare meglio il prodotto Italia: il richiamo di Garavaglia, Enit e Unwto

06/05/2021
11:40
 

Solo il 50% degli italiani conosce bene le regioni, ma il nostro Paese resta in cima alla preferenze degli europei. È quanto emerge da una ricerca condotta dal Certa (Centro di ricerca sulla televisione e gli audiovisivi) dell’Università Cattolica di Milano, nell’ambito di un convegno sulla comunicazione turistica, organizzata con Publitalia.

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Lazio, Toscana, Lombardia, Emilia Romagna e Veneto sono le Regioni di cui almeno il 70% del campione interpellato sostiene di conoscere “bene” o “abbastanza bene” le attrazioni del territorio. Ma oltre il 50% ha risposto di conoscere “solo di nome” perle turistiche come Valle d’Aosta, Friuli Venezia Giulia, Abruzzo e Alto Adige.

“Eppure abbiamo anche 55 siti Unesco. Lavorare per comunicare meglio il prodotto turistico è una necessità” ha commentato Giorgio Palmucci, presidente Enit.

Rispetto all’estero, oltre il 70% di tedeschi, francesi, spagnoli e inglesi ha risposto “Italia” per indicare la prima meta turistica che viene in mente per le prossime vacanze.

"Ma non bisogna sedersi, anzi. Ci sono nazioni che sanno comunicare meglio il prodotto dell’intero Paese - ha detto Alessandra Priante, direttore della commissione regionale Europa dell’Unwto -. Le regioni italiane spingono giustamente per mettere in mostra le loro specificità, ma eccedono ad andare per conto proprio. Le esorto a collaborare maggiormente per un messaggio promozionale di Paese, altrimenti, se l’Italia perde posizioni, non si può poi incolpare solo l’Enit”.

Molto del lavoro da fare resta in capo al mercato. “La politica aiuta, ma non produce Pil. Può solo creare le condizioni - ha detto nel suo intervento il ministro del Turismo, Massimo Garavaglia -. Ora le risorse ci sono. Come sostegni, abbiamo sbloccato mezzo miliardo rimasto fermo e aggiunto 1,7 miliardi di euro. Attiveremo strumenti finanziari per gli operatori, come mini bond garantiti dallo Stato. E nel Pnrr ci sono 2,4 miliardi, 1,8 sotto forma di prestiti e 600 milioni di sussidi”.

Adriano Lovera


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