Decreto Flussi 2023-2025: quote e istruzioni operative

09/11/2023
13:29
 

I Ministeri del Lavoro e dell’Interno hanno diramato le istruzioni operative per il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, concernente la programmazione dei flussi d’ingresso dei lavoratori non comunitari stagionali e non stagionali nel territorio dello Stato per il triennio 2023-2025. Il decreto, si legge su Hotelmag, individua le quote di ingresso di lavoratori extracomunitari, tenuto conto dei fabbisogni evidenziati dai diversi settori economici relativi al lavoro subordinato.

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Il settore turistico-alberghiero è tra i settori destinatari delle quote di ingresso per motivi di lavoro subordinato non stagionale. Per quanto riguarda, invece, le quote di ingresso per lavoro stagionale è specificatamente previsto che i settori per i quali i cittadini di Paesi non comunitari possono essere ammessi sul territorio nazionale sono quelli agricolo e turistico-alberghiero.

Pertanto le quote massime di ingresso di lavoratori stranieri da ammettere per lavoro subordinato, anche stagionale, e per lavoro autonomo sono complessivamente 136mila per l’anno 2023, 151mila per il 2024 e 165mila per il 2025.

Gli ingressi autorizzati nell’ambito delle quote per lavoro subordinato non stagionale e per lavoro autonomo sono: 53.450 per il 2023, 61.950 per il 2024 e 71.450 per il 2025. Il numero di ingressi per lavoro subordinato stagionale è così ripartito: 82.550 nel 2023, 89.050 nel 2024 3 93.550 nel 2025.

Ai fini dell’ingresso di lavoratori per motivi di lavoro subordinato stagionale e non stagionale, i Paesi che hanno sottoscritto accordi o intese di cooperazione in materia migratoria già vigenti, sono: Albania, Algeria, Bangladesh, Bosnia Erzegovina, Corea del Sud, Costa d’Avorio, Egitto, El Salvador, Etiopia, Filippine, Gambia, Georgia, Ghana, Giappone, Giordania, Guatemala, India, Kirghizistan, Kosovo, Mali, Marocco, Mauritius, Moldova, Montenegro, Niger, Nigeria, Pakistan, Perù, Repubblica di Macedonia del Nord, Senegal, Serbia, Sri Lanka, Sudan, Tunisia, Ucraina.


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