Mobile business, gli ostacoli culturali per le aziende europee

11/12/2013
12:28
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Accedere sempre e in ogni luogo alle informazioni grazie ai dispositivi mobili.

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Secondo le aziende europee, è proprio nel mobile business il segreto per migliorare la produttività aziendale. È quanto rileva una ricerca commissionata da Ricoh Europe a Coleman Parkes Research, i cui risultati sono stati pubblicati da Event Report.

Secondo i manager interpellati un concetto chiave è alla base dello sviluppo: la possibilità di condividere in modo efficace le informazioni.

Il 70% degli intervistati sostiene, infatti, che a impedire la condivisione delle informazioni e quindi il salto di qualità aziendale è proprio l'impossibilità di accedere ai documenti, oppure ai sistemi informativi (63%), da remoto tramite dispositivi mobili.

Il 73% dei business manager dichiara, quindi, che un obiettivo prioritario è fare in modo che i dipendenti abbiano a disposizione gli strumenti necessari per lavorare in piena autonomia, ovunque si trovino.

Ma le dichiarazioni d'intenti non bastano: lo ha capito bene il 71% delle organizzazioni che, nell'intento di aumentare la produttività dei dipendenti, sta già effettuando investimenti in nuove tecnologie. Il 69% delle aziende ha già adottato il BYOD (bring your own device), ossia permette ai dipendenti l'utilizzo del proprio computer o dispositivo mobile personale per accedere ai dati e alle applicazioni aziendali sia all'interno, sia all'esterno dell'ufficio.

Tuttavia, per poter accedere con i device mobili ai documenti occorre renderli disponibili in forma digitale; per questo il 67% delle imprese utilizza tecnologie per la digitalizzazione dei documenti, in modo che sia possibile visualizzarli in ogni momento e in ogni luogo.

La rivoluzione digitale è quindi un dato di fatto? Non proprio, a giudicare dalle difficoltà che le aziende si trovano ancora a dover affrontare per poter utilizzare al meglio le nuove tecnologie. Il 62% dei dei manager intervistati spiega, infatti, come non sia semplice sovrapporre i nuovi sistemi a quelli già adottati ufficialmente. Ma l'ostacolo più arduo non è quello tecnologico, bensì quello culturale: il 51% del panel pensa che manchi ancora la cultura aziendale della condivisione del sapere e che si debba cercare di mutare una mentalità generalizzata che vede le informazioni più importanti esclusivo appannaggio di pochi top manager.

Solo rendendo disponibile ai dipendenti l'accesso alle informazioni rilevanti per il loro lavoro l'azienda potrà veder crescere il tasso degli iWorker, cioè gli "intelligent worker" in grado di acquisire e condividere informazioni cruciali per i processi di business; allo stato attuale, infatti, solo il 4% delle aziende europee definisce con questo termine la maggioranza dei propri dipendenti.

La mentalità aziendale è difficile da cambiare, ma il processo è già innescato: il 37% dei manager ritiene, infatti, che entro il 2018 la maggior parte della popolazione aziendale sarà costituita da iWorker, a tutto vantaggio della condivisione di informazioni, dell’efficienza e della capacità delle aziende di rispondere alle esigenze dei clienti.

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