Ho visto cose...

Francesco Zucco, giornalista di TTG Italia

La Grecia reale e la Grecia percepita

09/07/2015
15:14
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Ammetto di non aver mai capito molto la storia della temperatura reale e di quella percepita. O meglio, ho ben presente che la temperatura reale è quella che segna il termometro. Ma quella percepita? Come si misura? È semplicemente un’impressione? Se dico “mi sembra di stare in un forno” vuol dire che la temperatura percepita è intorno ai 180 gradi per 20 minuti non ventilato funzione grill inserita?

Al di là di questo meccanismo (che mi resta oscuro), in questi giorni abbiamo assistito a un altro fenomeno simile: il confronto tra una Grecia reale e una percepita. Un divario che ha reso i social network un campo di battaglia tra dichiarazioni, smentite e controsmentite. I racconti dei corrispondenti di giornali e telegiornali hanno infatti generato una serie di repliche con altrettante testimonianze ‘in loco’ che raccontano realtà ben diverse.

Un botta e risposta che mi sembrava portare a un’unica conclusione: per quanto assurdo, al mondo sembrano esistere due Grece: una in preda al caos, l’altra paradisiaca.

Per evidenti problemi logici, ho però dovuto accantonare questa ipotesi. Così mi restavano solo 3 strade:

1) Pensare che una delle due fazioni dicesse la verità

2) pensare che nessuna delle due fazioni dicesse la verità

3) Cercare di ragionare un po’.

Ho scelto l’ultima strada. Perché, tra invettive sui social e attacchi a tutto campo, il caro vecchio ragionamento mi mancava un po’. A volte è faticoso, certo. Ma può riservare più soddisfazioni.

Così, pensa e ripensa, mi sono ricordato dell’Italia di qualche anno fa. E ho tirato giù qualche ricordo veloce della Penisola così come veniva raccontata:

1 - Spread alle stelle, con conseguenti rischi per l’economia

2 - Compagnia aerea di proprietà dello Stato con perdite da milioni di euro la settimana

3 - Tasso di disoccupazione in continuo aumento

4 - Suicidi di imprenditori sull’orlo del fallimento

5 - Mancati pagamenti da parte della Pubblica Amministrazione

L’elenco poteva continuare, ma mi sono fermato qui. Perché mi sono ricordato come si viveva in quel periodo. E ho capito la differenza tra Paese reale e Paese percepito.

Potevo forse dire che tutto quanto elencato sopra fosse falso? Sicuramente no. Ma non potevo neanche dire che, camminando per le strade dell’Italia, si percepisse quell’aria da catastrofe imminente che sembrava trasparire da un mero elenco di dati. Chi aveva ragione, allora, l’Italia del “siamo sull’orlo del collasso” o quella che comprava il cellulare ultimo modello?

Forse tutt’e due. O forse, nessuna delle due. Ma non è questo il punto. La cosa importante è tener presente che, nonostante tutto quanto ricordato sopra, l’Italia è sempre stata assolutamente accessibile ai turisti. Molti di noi hanno visitato in prima persona la Penisola in lungo e in largo, proprio in quel periodo, senza incontrare il minimo disagio.

Bisogna solo tenerlo a mente. E ricordarlo ai timorosi che hanno paura di andare in Grecia perché "hai letto cosa succede?”.

Per natura, diffido sempre di due categorie di persone: quelli che la fanno troppo complicata e quelli che la fanno troppo semplice. Nel bagaglio, dunque, non bisognerebbe mai far mancare un po’ di buon senso: lo stesso che ci fa capire che non esiste “quella” Grecia e “quell’altra” Grecia: ma un unico Paese, con diverse sfaccettature.

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