Ho visto cose...

Francesco Zucco, giornalista di TTG Italia

Mi chiamo Trivago, risolvo problemi…

21/07/2015
17:49
 

La prossima volta che mio figlio proverà a utilizzare il mio smartphone come martello, chiederà aiuto a Trivago. Perché loro sono bravissimi in queste cose.

Scusate se uso il blog per fini personali, ma questa volta ne ho veramente bisogno.

Riassumendo, il mio problema è questo: ho in casa un pupattolo di due anni abbondanti che divide gli oggetti in due categorie, quelli liquidi e quelli solidi. Comportandosi secondo il seguente algoritmo:

- l’oggetto è liquido: evvai! Devo immediatamente versarlo!

- l’oggetto è solido: evvai! devo immediatamente sbatterlo!

Solo ora ho capito perché il piccolino dei Flinstones si chiamava Bam Bam. E mi chiedo dove mio figlio abbia imparato a sbattere qualunque cosa riesca ad afferrare, dal momento che non ha mai visto i Flinstones. Deve trattarsi di una qualche forma di apprendimento innato. Fatto sta che, dal suo punto di vista, l’uso migliore che può fare di qualunque cosa allo stato solido sia sbatterlo, possibilmente facendo il massimo del rumore.

Ed è qui che deve intervenire Trivago: perché ho assoluta necessità di spiegare al giovane che non necessariamente l’utilizzo di un oggetto è quello che sembra a prima vista. E nessuno è bravo come lui a farlo.

Del resto, il curriculum del motore di ricerca parla chiaro. Prendete la sua ultima campagna pubblicitaria, quella che si conclude affermando: “Sappiamo tutto di hotel”.

Ma come? Trivago non era un sito che serviva per andare a caccia del miglior prezzo sul mercato? Non era utile solo per grattare via qualche euro dalla tariffa dell’hotel?

No, cari amici. Non più. Ci ha messo due o tre campagne di spot, ma Trivago ci ha convinti che non serve solo a tirare sul prezzo.

Vi ricordare la pubblicità di qualche anno fa, quella con il signore barbuto (le mie colleghe donne, non ho capito perché, se la ricordano benissimo…): c’erano due clienti che avevano prenotato lo stesso hotel, ma uno aveva speso molto di meno perché aveva acquistato attraverso Trivago. Morale: comprate con noi e spenderete meno.

Poi è arrivata quella della signorina che andava a Venezia. Che riusciva a trovare il suo hotel ideale al miglior prezzo. Morale: comprate con noi e troverete esattamente quello che cercate, al prezzo più conveniente.

Ora è arrivata la simpatica serie di aneddoti sui ‘gialli’ delle camere d’albergo: una serie di misteri che solo Trivago riesce a svelare, perché sa tutto di hotel. Morale: noi siamo gli esperti massimi del settore.

E il prezzo dov’è finito? Nella pubblicità, non ce n’è più traccia. No, tranquilli: non è stata una svista. È una strategia ben programmata, portata avanti con pazienza e perizia, a colpi di piccoli cambiamenti.

Trivago, pur essendosi evoluto nel corso degli anni, è rimasto fedele a sé stesso, rimanendo un ‘cercatore’ del miglior prezzo. Ma la differenza è nel modo di presentarsi al cliente.

È come se il motore di ricerca dicesse alla sua audience: “Sono io il vero esperto di hotel”. E bisogna ricordarsi che ‘esperto’ fa rima con ‘consulenza’. Battaglia sul prezzo? Roba del passato. Ora l’attenzione è tutta sulle garanzie che solo l’esperienza può offire (e su questo, ognuno tragga le sue conclusioni)

Detto ciò… riuscirà Trivago a spiegare a mio figlio che le posate non sono delle meravigliose macchine tintinnati? Spero di sì… sono la mia ultima speranza.


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