Booking, D'Amico:
"Paghiamo le tasse,
rispettiamo la legge"

di Claudiana Di Cesare
09/03/2015
09:57
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"Non rifuggiamo il fisco, anzi, rispettiamo la legge". Andrea D'Amico, country manager per l'Italia di Booking.com, risponde con fermezza a una delle più accese critiche mosse alla Olta del gruppo Priceline. "La percezione è sbagliata - spiega -: non siamo un'azienda italiana che è andata all'estero per non pagare le tasse, ma un'azienda nata in Olanda, che, semplicemente, si è espansa".

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Le commissioni chieste agli hotel partner vengono attualmente fatturate nella sede di Amsterdam, mentre, a livello locale, per le attività di assistenza e frontoffice, Booking si avvale di compagnie di supporto che pagano le tasse nei Paesi in cui sono residenti.

"Mettere in discussione questa possibilità - continua il manager - significherebbe contestare la regolamentazione europea che prevede la libertà di scambi di beni e di servizi all'interno del continente".

D'Amico sottolinea che l'azienda intende "operare nel massimo della trasparenza possibile" e che, per farlo, ha aperto un intenso dialogo con l'Ocse.

"Qualora cambiassero le direttive - aggiunge il manager - provvederemo chiaramente a metterci in regola, ma non dovrebbe trattarsi di singole iniziative nazionali, che aggiungerebbero solo complicazioni, bensì di decisioni prese a livello europeo".

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