Hotel d’Europa alla riscossa: “Basta con gli affitti brevi senza regole”

13/11/2015
14:01
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“È tempo che queste piattaforme si prendano le loro responsabilità e che accettino la sfida del business con noi a parità di regole”.

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Gli albergatori di 6 Paesi europei, Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Spagna e Regno Unito hanno scelto il giorno centrale dell’Airbnb Open, l’assemblea degli host di del sito di affitti brevi, per raccontare la loro versione dei fatti e chiedere a gran voce nuove regole sia a livello nazionale che a livello europeo.

I dati della crescita e della presenze di Airbnb nelle capitali europee sono impressionanti: sul portale per Parigi sono presenti 35mila sistemazioni, a Roma 18.456, mentre erano solo 45 nel 2009, ad Amsterdam 11.500, corrispondenti a 830mila room night. Ma un altro dato è ancora più interessante, quello dei multi-owners: a Parigi ‘Fabien’, uno degli host di Airbnb, mette a disposizione 142 sistemazioni, a Roma tal ‘Boris’ ne offre 83, ad Amsterdam ‘Douwe & Niki’ ne offrono 107, a Londra ‘Petra’ ne mette online 104. E così via.

“Tutti questi profili – dicono gli albergatori europei riuniti a Parigi – sono stati invitati oggi con noi, per spiegare perché non fanno gli albergatori, ma nessuno è venuto. Come conseguenza di una mancanza di trasparenza, né i governi né i consumatori conoscono la reale identità di questi host. E quindi, chi sono?”

Per questo, le associazioni degli albergatori chiedono regole chiare e definite e propongono, come piattaforma di partenza, i 10 passi presentati la scorsa settimana da Hotrec per la gestione della ‘sharing economy’ nel turismo.

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